È previsto per oggi, martedì 3 dicembre, il voto finale sul Decreto Scuola alla Camera dei Deputati. Al testo originale, com’è noto, sono state apposte diverse modifiche: una, in particolare, riguarda la questione relativa ai diplomati magistrale.
Decreto scuola al rush finale alla Camera
Infatti, secondo quanto riportato dall’edizione odierna del quotidiano economico ‘Italia Oggi’ (martedì 3 dicembre) la Commissione bilancio della Camera ha provveduto a modificare, di fatto, il Decreto Scuola attraverso il parere espresso nella giornata di ieri sul testo licenziato 10 giorni fa dalle Commissioni riunite Cultura e Lavoro, dopo l’accoglimento di numerose proposte presentate dall’opposizione. Sotto la lente della Commissione bilancio della Camera l’articolo aggiuntivo 1-quinquies riguardante, come detto, i diplomati magistrali.
Decreto scuola, capitolo diplomati magistrale
Nell’esame dell’articolo si è considerato il fatto che l’esecuzione delle decisioni giurisdizionali avverse i diplomati magistrali avrebbe avuto come diretta conseguenza l’interruzione del rapporto di lavoro. Da qui la necessità di soddisfare molteplici esigenze, a cominciare dal principio della continuità didattica, evitando che gli alunni dovessero subire la sostituzione del loro docente quasi a metà dell’anno scolastico; in secondo luogo, c’era da considerare l’esigenza dei docenti che avrebbero dovuto lavorare su posti assegnati ai diplomati magistrali, oltre all’ulteriore esigenza di questi ultimi che si sarebbero ritrovati di colpo senza lavoro.
Il parere della Commissione bilancio
La soluzione si era trovata attraverso una norma del Decreto Scuola che posticipava al 30 giugno la scadenza del contratto firmato dai maestri, dando decorrenza giuridica dal 1° settembre 2019 al contratto a tempo indeterminato degli aventi diritto e consentendo l’erogazione della NasPi per i mesi luglio e agosto. Il parere della Commissione bilancio, però, ha lasciato in essere solo il primo intervento, quello riguardante la continuità didattica: ora, però, subentra inevitabilmente il rischio di generare nuovi contenziosi da parte degli aventi diritto.