I docenti precari in piazza: '24000 non bastano'

Quelle che ormai si stanno avvicinando a grandi passi, dovrebbero essere giornate di festa per tutti. Non lo saranno, però, per molti docenti precari che protestano contro il Decreto Scuola nato ‘sotto l’albero’.

I docenti precari in piazza: ‘24000 non bastano’

Lo scorso venerdì 6 dicembre, i docenti si sono ritrovati in Piazza Duomo a Milano per manifestare il proprio malcontento e la disapprovazione nei confronti di questo provvedimento in corso d’opera.
Anita Pelaggi, rappresentante del Coordinamento Precari della Scuola Autoconvocati, ha inviato un comunicato attraverso il quale si sottolinea come il Decreto Scuola lascerà probabilmente in strada migliaia e migliaia di docenti che da anni svolgono servizio nelle scuole pubbliche italiane: alcune di loro vantano addirittura dieci anni e più di precariato.
‘Troppi anni di lavoro al servizio dello Stato – si legge nel comunicato – e il loro futuro si giocherà a breve con un test a crocette selettivo e una manciata di posti messi a bando.’
Lo slogan contro il Decreto è ‘24000 non bastano. Mancano dei dati certi ma si parla di circa 160.000 unità di precari nella scuola.

Il problema sostegno

A proposito del sostegno, si denuncia: ‘Il Governo non vuole specializzare i docenti di sostegno precari, lavoriamo da anni su sostegno e il Governo non valorizza il nostro lavoro sul campo, ci nega il concorso straordinario specifico e il TFA V ciclo, dovremmo essere la priorità e stiamo finendo in coda. La soluzione è una graduatoria provinciale ad esaurimento per titoli di servizio, la priorità deve essere data a chi lavora da anni nelle scuole! Quale umiliazione pensare di essere valutati da test nozionistici a risposta multipla, metodo considerato obsoleto, costoso e non meritocratico. La scuola è vita, il servizio svolto negli anni non può essere comprato o dimostrato in un quiz’.
Le forze politiche abbiano il coraggio di ammettere il fallimento delle soluzioni proposte e si avvicinino davvero ai docenti della scuola.

‘Sarà un anno di fuoco’

Si tratta di una beffa, in quanto i docenti che prestano servizio da oltre 36 mesi sono abilitati sul campo, lo dice l’Europa: si chiede, ancora una volta, al Governo di rivedere i propri passi.
‘I docenti si stanno mobilitando – si legge in conclusione del comunicato – e sarà un anno di fuoco a prescindere che questo decreto passi o meno. Il diritto al lavoro deve essere prioritario, il rispetto e la valorizzazione del servizio prestato deve essere garantito A TUTTI. Lo vogliono i docenti in servizio, le famiglie e gli alunni.’