Diplomati Magistrali, il concorso come unica via di accesso al ruolo

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Grande attesa per l’approvazione del Decreto Scuola, passato alla Camera e approdato in Senato. La data ultima entro cui potrà essere approvato sarà il 29 dicembre 2019. Alcuni emendamenti sicuramente verranno ancora presentati per modificarne il contenuto, dato il malcontento che ancora aleggia intorno ad alcune sue mancanze. E a spiccare è ancora l’insoddisfazione degli insegnanti Diplomati Magistrali, per i quali il suddetto decreto, ad oggi, non comporta nessuna sostanziale novità, se non la garanzia di un contratto al 30 giugno 2020.

Sui social inoltre, hanno destato contrarietà le parole provenienti dalla sigla sindacale Unicobas Lombardia.

Le parole di Paolo Latella riguardo i Diplomati Magistrali

Il segretario regionale di Unicobas Lombardia, il Prof. Paolo Latella, si è espresso sulla sua pagina Facebook in merito ai Diplomati Magistrali, seppur senza nominarli espressamente.

Queste le sue parole:

“Chiarisco un punto controverso, sul quale alcune associazioni di categoria continuano a credere che si possa firmare un contratto a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione solo dopo aver insegnato per diversi anni con contratti a tempo determinato senza superare un concorso.

Mi dispiace ma non è una norma amministrativa che può essere cambiata ma è proprio la Costituzione Italiana che all’art. 97 declina la modalità di accesso nella pubblica amministrazione compresa la scuola pubblica laica statale e per farlo bisogna superare positivamente un pubblico concorso.

Noi chiediamo che, qualora un docente abbia superato un esame abilitante (percorso universitario con esame finale o concorso pubblico con esame finale), possa firmare un contratto a tempo indeterminato partecipando ad un concorso pubblico per soli titoli sempre in base alla disponibilità di posti definito come cattedre di diritto e non di fatto.

È la stessa procedura utilizzata nel 1989 quando l’allora ministro dell’Istruzione Sergio Mattarella firmò il famoso doppio canale, che definì la procedura di assunzione nella scuola statale: una parte dei posti per concorso per soli titoli e l’altra con concorso ordinario.

Fu una scelta corretta perché ridusse drasticamente il precariato.

Basterebbe procedere al ripristino di quella norma per avviare un vero processo di responsabilità di un governo che vuole realmente risolvere il problema del precariato.

In Italia ci sono decine di migliaia di docenti abilitati che stanno ancora aspettando di essere stabilizzati. Cosa state aspettando?
Ce lo chiede anche l’Europa ma queste Commissioni parlamentari non hanno nessuna intenzione di ascoltarci… e meritano alle prossime elezioni di prendere una batosta.

Il rammarico è grande perché finiremo dalla padella direttamente nella brace. Forse è proprio quello che vogliono gli italiani, regionalizzare la scuola con una pericolosa secessione e tra un piatto di cassoeula bere l’acqua del Po vestiti rigorosamente di verde e con un cappello pieno di corna in onore dei lombardo-veneti.”

Ancora una volta per questi insegnanti, dunque, viene indicata come unica via di accesso al ruolo una qualsiasi tipologia di concorso. E anche per il concorso per soli titoli si parla di previo esame abilitante. Cosa ne penseranno i diretti interessati?

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