Dopo la nomina dell’insegnante Lucia Azzolina a capo del dicastero di Viale Trastevere, sul web i docenti si esprimono sui requisiti che dovrebbe avere un buon ministro. È opinione diffusa che la provenienza dal mondo della scuola sia la prima caratteristica che deve essere presa in considerazione. C’è poi un’altra corrente di pensiero che, memore di quanto fatto da un ex ministro che non aveva competenze specifiche (Fedeli), ritiene non essenziale aver lavorato come insegnante per ricoprire la carica più alta del Miur. Il senatore Mario Pittoni, presidente della VII Commissione Istruzione del Senato, ha controbattuto con un commento alle critiche rivoltegli per il fatto di possedere soltanto la licenza media (in realtà si è sorbito pure cinque anni di superiori, anche se su due indirizzi diversi, e in ambito politico è riconosciuto come uno dei massimi esperti di scuola e università).

La replica

‘Cari grillini, continuate a prendervi in giro da soli beandovi della vostra ignoranza, nella convinzione che i pezzi di carta facciano la capacità. Continuate pure a dividere il mondo in caste, offendendo sistematicamente chi non la pensa come voi. Un giorno forse capirete che si emerge con lo studio e la passione, che devono accompagnarti tutta la vita come nei Paesi più avanzati (per questo nel ’68 contestavamo i titoli), insieme al rispetto per il prossimo.’

Su posizioni contrastanti

Il botta e risposta tra simpatizzanti delle due formazioni politiche già alleate nel precedente governo Conte ha dato vita ad un dibattito in rete che ha prodotto una serie di obiezioni e contro obiezioni da parte dei due schieramenti opposti. La nomina di Lucia Azzolina è stata duramente contestata dall’intero mondo della scuola. Il comportamento dell’ex Sottosegretario al MIUR non è stato cristallino e neanche corretto da un punto di vista strettamente ideologico. Chi della coerenza ha fatto una bandiera, le ha rimproverato il suo passato da sindacalista. Molti la ricordano infatti come promotrice di ricorsi per i diplomati magistrali. Ma non è questa l’unica critica il neo ministro ha ricevuto dai docenti. Sotto accusa infatti ci sono anche le sue posizioni contraddittorie ed i suoi comportamenti scorretti.

Incompatibilità

Gli osservatori più attenti non hanno mancato di rilevare la differenza di comportamento tenuta rispetto al Presidente del Consiglio Conte che ha rinunciato a partecipare ad un concorso in quanto divenuto membro effettivo del governo, circostanza che avrebbe prodotto una incompatibilità evidente. Tutto ciò che ha saputo dire a sua giustificazione il neo ministro, in relazione a quello per dirigenti scolastici cui ha partecipato, è stato che quando fu bandito il concorso non faceva parte ancora del governo.

Ma le critiche non si limitano soltanto a rilevare questa realtà. Chi la conosce bene le ha rimproverato di non aver detto tutta la verità perché a molti disse che le sue condizioni di salute non le consentivano di essere presente sul web. In realtà la sua assenza era dovuta soltanto al fatto che si stava preparando per partecipare al contestatissimo concorso oggetto di sanatoria da parte del Consiglio di Stato.

Ma aldilà delle polemiche e dei ricorsi del Codacons per questa nomina, il dato che ha fatto maggiormente riflettere è la presunta conoscenza delle normative che lo stesso senatore Pittoni ricorda quali elementi fondamentali per poter pensare di adottare provvedimenti costituzionalmente validi. A Lucia Azzolina si rimprovera fondamentalmente di essere bifronte a seconda della categoria di personale della scuola. Come si possono conciliare posizioni così distanti in poco tempo? Chi ha dunque ragione nel dibattito sui requisiti necessari per ricoprire la carica di ministro dell’istruzione?