Movimento 5 Stelle: parte la resa dei conti all'interno del Movimento
Movimento 5 Stelle: parte la resa dei conti all'interno del Movimento

All’interno del movimento 5 stelle esplode una bomba dopo l’espulsione del senatore Gianluigi Paragone. I pentastellati si dividono ancora di più dopo la decisione del collegio dei probiviri. Qualcuno, vedendo ciò che stava succedendo in parlamento, lo aveva già ipotizzato. Ad essere in discussione è la leadership di Luigi Di Maio, ritenuto non all’altezza di tenere insieme i pezzi di correnti tanto diverse tra loro.

Così scrive il Corriere della Sera in un articolo redatto da Monica Guerzoni. Nel titolo di apertura c’è tutta la querelle. Dopo i casi di Fioramonti e Paragone, tutto è ora in discussione: dalla leadership di Di Maio alla tenuta del governo. Tra espulsi e dissidenti, la nuova geografia pentastellata.

Implosione in atto

Dire che il Movimento rischia l’implosione è ormai un eufemismo. L’addio di Lorenzo Fioramonti e la cacciata di Gianluigi Paragone rivelano quanto profonda sia la piaga che si è aperta nel cuore, nell’anima e nella pancia del M5S. La scissione tanto paventata sembra essere già in atto.

Per averne conferma basti leggere le parole con cui Alessandro Di Battista spezza il ritrovato asse con il capo politico e si schiera a tempo di record dalla parte dell’amico «eretico», espulso dai probiviri: «Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali». Dove la scelta del termine «grillino», poco gradito a Luigi Di Maio e compagni, è il tentativo di mettere in fuorigioco il capo politico. Giorgio Trizzino su Affaritaliani.it dà voce a dubbi e sospetti: «Di Battista non pensa tanto alla ricostruzione del M5S, quando alla sua demolizione.

Non è una bella notizia quello che sta succedendo all’interno del MoVimento 5 Stelle per tutta la scuola. Docenti e famiglie avevano riposto tutte le loro speranze nella formazione guidata da Beppe Grillo per raddrizzare le storture prodotte del Partito Democratico. Ma l’ultimo decreto scuola ha spezzato definitivamente il legame che teneva insieme i docenti con i maggiori rappresentanti pentastellati.

Provvedimenti di buon senso quali quelli della deputata Flora Frate non sono stati presi in considerazione, anzi, chi la pensava come lei è stato messo drasticamente in minoranza da forze reazionarie all’interno del movimento. Ha vinto perciò la linea intransigente, quella retta dai docenti di ruolo che non hanno mai visto di buon grado i docenti precari, anzi li detestavano profondamente.