La testimonianza di un insegnante inviata a Fanpage
‘Mi rivolgo a voi – scrive nella lettera inviata a Fanpage – dopo essermi già rivolto, senza successo e soprattutto senza risposta, ai vari sindacati scuola. Ho iniziato una supplenza breve a settembre e, fino a dicembre, dunque per tre mesi, non ho percepito un solo euro di stipendio. Non è la prima volta che succede.’
‘Dignità calpestata dallo Stato’
‘A rendere tutto ancora più avvilente – prosegue nella lettera Matteo – è la risposta che, come un tormentone, mi sento dare da colleghi, vicari, presidi e personale amministrativo: è sempre stato così, è normale, ci siamo passati tutti. Se non ci fossero i miei genitori a darmi una mano con le spese, dovrei rinunciare ad incarichi del genere, dovrei rinunciare a fare punteggio, perciò dovrei rinunciare a fare carriera nell’insegnamento. Ma io questo lavoro lo amo, – continua l’insegnante – lo affronto con passione e spirito di abnegazione, e la scuola pubblica, che non è classista verso gli studenti, non dovrebbe esserlo nemmeno verso i docenti. Stiamo vivendo l’amarezza paradossale di chi, pur mettendosi a servizio dello stato, al fine di formare i cittadini di domani, vede la propria dignità calpestata proprio da quello stesso stato che, per contratto, è chiamato a rappresentare.
Uno stato che non predispone misure previdenziali verso quei dipendenti che non riesce a pagare, non dovrebbe privare questi ultimi del sussidio di disoccupazione appena firmano un contratto di lavoro”.