Decreto scuola news 5/6, voto finale entro domani: i punti chiave
Decreto scuola news 5/6, voto finale entro domani: i punti chiave

Resta alto il livello di attenzione per l’esclusione di tanti docenti precari che risultano ancora ingabbiati e penalizzati dall’ultimo decreto scuola voluto dall’attuale maggioranza di governo. Le possibilità di mettere mano al decreto esistono ma occorre la volontà politica di rimettersi mano da parte dei partiti. Sulla questione del decreto scuola esistono ancora delle posizioni contrastanti da parte dei docenti precari e di una parte della politica. Il senatore Mario Pittoni ha voluto dire la sua circa gli orientamenti che emergono in rete nei diversi gruppi Facebook. Quello che segue il suo ultimo intervento pubblicato su Facebook.

Il commento del senatore

‘Molti precari e “ingabbiati” penalizzati dal decreto Scuola chiedono lumi sull’iter di tale provvedimento (voluto da M5S, PD, IV e LEU), nella speranza che nel frattempo cada il Governo e si possa rimetterci mano. L’emanazione dei bandi di concorso legati al decreto – spiega il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione della Lega – è attuata con decreto del direttore generale del Personale scolastico o, in surroga, del capo dipartimento per l’Istruzione. Allo stato, è in servizio (a scadenza) il secondo; non è ancora stato nominato il primo, dopo un anno e 10 giorni di vacanza del posto. I DDG devono necessariamente essere preceduti da un decreto ministeriale attuativo della legge, a sua volta sottoposto al parere obbligatorio non vincolante del Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CSPI). I bandi vanno corredati delle tabelle dei posti messi a concorso, distinte tra concorso ordinario (24.000 posti) e concorso straordinario (24.000 posti), per regione e per classe di concorso. Possibilmente non “a fantasia” per evitare di produrre vincitori senza cattedra come nel 2016. È lecito quindi supporre che il ministro dell’Istruzione attenda l’esito delle domande di pensionamento, per poi procedere all’individuazione dei posti da porre a bando, naturalmente dopo aver detratto quelli spettanti alle GAE e – conclude Pittoni – quelli accantonati per le mancate immissioni in ruolo sui posti liberati da Quota 100′.

La continuità didattica assicurata dal nuovo decreto scuola

Obbligo di rimanere nella sede assegnata 5 anni prima di chiedere il trasferimento. È la principale novità contenuta nel Decreto scuola che è diventato legge con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

All’articolo 1 si prevede esplicitamente:

“A decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l’anno scolastico 2020/ 2021, i docenti a qualunque titolo destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria, l’utilizzazione in altra istituzione scolastica ovvero ricoprire incarichi di insegnamento a tempo determinato in altro ruolo o classe di concorso solamente dopo cinque anni scolastici di effettivo servizio nell’istituzione scolastica di titolarità, fatte salve le situazioni sopravvenute di esubero o soprannumero”.

Una misura che, in passato, aveva visto la strenua opposizione dei sindacati che erano riusciti a congelare la misura. Il legislatore questa volta ha deciso di porre un argine:

‘Le disposizioni di cui al comma 17.1. non sono derogabili dai contratti collettivi nazionali. Sono fatti salvi i diversi regimi previsti per il personale immesso in ruolo antecedentemente al termine di cui al comma 17.1’.

Lo spirito della norma è quello di salvaguardare la continuità didattica e, quindi, gli alunni.

Il decreto annuncia anche nuovi concorsi per immettere in ruolo circa 50.000 docenti per la scuola secondaria. Previsto anche un concorso per insegnanti di religione.

Circa 24.000 i nuovi insegnanti che potranno salire in cattedra a partire dal prossimo anno scolastico con un concorso ordinario. Altrettante cattedre saranno a disposizione con un concorso straordinario. Il provvedimento amplia la platea degli aspiranti docenti che potranno partecipare a questa selezione straordinaria e conseguire l’abilitazione. Il bando per la scuola secondaria statale di I e di II grado è aperto agli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio (a partire dall’anno scolastico 2008/2009).

Al concorso, che sarà avviato contestualmente a quello ordinario, potranno partecipare per i posti di sostegno anche i docenti che stanno svolgendo il corso di specializzazione, oltre a quelli già specializzati. È prevista la partecipazione, ai fini abilitanti, oltre che per i professori delle paritarie, anche per gli insegnanti dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP). Il servizio svolto nelle scuole statali nell’ambito dei progetti regionali di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica è considerato valido ai fini della partecipazione alla procedura straordinaria.

Dopo 16 anni viene aperto un nuovo concorso anche per i docenti di religione cattolica. Il bando darà un peso all’esperienza pregressa di lavoro, riconoscendo un punteggio al servizio svolto e prevedendo una riserva di posti.