Italia condannata da Strasburgo a risarcire docenti e ATA: ecco perché

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Il 30 gennaio scorso, la I Sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato lo Stato italiano a risarcire 20 persone, tra docenti e ATA in diverse qualifiche, che nel passare dal datore di lavoro ente locale al Miur, si erano visti diminuire lo stipendio e annullare la progressione di carriera. Ciò era avvenuto a partire da gennaio 2000.

Docenti e ATA penalizzati con il Miur

Dopo il passaggio al Miur come datore di lavoro, i 20 dipendenti si erano visti lo stipendio calcolato secondo il metodo dell’aumento progressivo, che tiene conto della durata del servizio. Per tale motivo era importante che gli fosse riconosciuta l’anzianità di servizio maturata presso l’ente locale di provenienza. Non essendo avvenuto ciò, è stato presentato ricorso in cui si chiedeva l’inserimento nel grado professionale corrispondente all’intera durata del servizio a partire dalla data del trasferimento, e l’indennizzo loro spettante. Non essendo soddisfatti del risultato dei procedimenti italiani, si erano rivolti a Strasburgo.

Lo Stato italiano viene condannato

Lo Stato italiano è stato condannato a pagare ai richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diventerà definitiva i danni pecuniari (differenze salariali e da compromessa progressione di carriera) e non pecuniari, le spese legali e gli interessi. 

Testo sentenza n. 29483/11 del 30 gennaio 2020.

Vedi altre sentenze recenti a favore di docenti e ATA.

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