“Inserire l’indirizzo biomedico tra le opzioni dei licei classici e scientifici come primo passo verso il superamento del numero chiuso nell’accesso ai corsi universitari di medicina. Lo prevede il nostro disegno di legge sottoscritto da tutti i senatori leghisti”. Ad annunciarlo è il senatore della Lega Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama, da sempre sostenitore della sperimentazione avviata dal liceo Leonardo da Vinci di Reggio Calabria e primo firmatario del ddl. “I ragazzi – spiega Pittoni – possono verificare quanto sono portati a tale tipo di studi. Si tratta di un filtro qualitativo in grado da una parte di contenere i numeri e dall’altra di giustificare nuovi investimenti, così da non dover escludere chi merita”.
Medicina: l’annosa questione del numero chiuso
Il numero chiuso a Medicina è sicuramente un ostacolo per molti insormontabile. Senza falsa ipocrisia, il test selettivo per accedere alla facoltà è sicuramente complesso e richiede il giusto studio ed impegno per poterlo superare. Fino al 1923, tale facoltà era accessibile solo a coloro che avessero frequentato il liceo classico. Da quell’anno in poi, le porte della facoltà si aprirono anche a coloro che uscivano dallo scientifico.
Nel 1969, invece, la facoltà di medicina venne aperta a tutti gli indirizzi scolastici. In poco tempo le iscrizioni divennero esorbitanti. A questo si aggiunge che nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso l’unione europea chiese ai paesi di cui ne facevano parte di osservare opportuni standard per garantire una certa qualità per l’istruzione universitaria.
A causa di ciò alcuni atenei decisero per l’introduzione di un test d’ammissione. Il test in questione divenne in seguito legge nel 1987 tramite un decreto ufficiale. Dopo innumerevoli ricorsi, la legittimità del test venne riconosciuta a tutti gli effetti nel 1999.(Fonte: numerochiuso.info)