Atto indirizzo del ministro Azzolina, la centralità dello studente e le classi pollaio

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Atto indirizzo di Lucia Azzolina, ottima la scelta di partire dallo studente. Purtroppo anche per il 2020 è confermato il mostro pedagogico, rappresentato dalle classi pollaio. Un timido segnale per il loro superamento. Non sufficiente!

Atto indirizzo del ministro Azzolina certifica la sua anima di docente

Atto indirizzo di L. Azzolina, se letto con attenzione, conferma il profilo di una Ministra-docente. Infatti il suo Atto si apre, ponendo al centro lo studente, ragion d’essere del sistema scuola. In un certo senso, la formazione del ragazzo rappresenta il fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica.
Interessante tutto il paragrafo, ma per ragioni di sintesi, riporto i passaggi più significativi. Essi sono impregnati dell’art. 3 comma 2 della nostra Costituzione, dove il diritto formale all’istruzione  diviene impegno della Repubblica e quindi diritto sostanziale all’istruzione.
Si legge: “È compito fondamentale del Ministero promuovere politiche idonee a garantire il pieno esercizio del diritto allo studio da parte di tutti gli studenti…
Porre lo studente al centro dell’azione del Ministero e, di conseguenza, delle singole istituzioni scolastiche, vuol dire necessariamente saper adeguare – ove occorre – il linguaggio con cui ad esso ci si rivolge.
È fondamentale valorizzare appieno l’identità di ciascuno studente; le diverse attitudini, le molteplici potenzialità e capacità siano oggetto di una vera personalizzazione dei percorsi di apprendimento.
Il paragrafo è completato da quelli relativi all'”Inclusione scolastica” e al “Contrasto alla dispersione scolastica”.

Le classi pollaio rappresentano un significativo condizionamento

Le enunciazioni teoriche dell’Atto di indirizzo di L. Azzolina, purtroppo hanno un limite.  Devono fare i conti con la presenza del mostro pedagogico, rappresentato dalle classi pollaio, imposto al sistema scolastico da due esterni alla scuola (Gelmini e Tremonti). Obbrobrio pedagogico confermato anche per il 2020. Nella legge di Bilancio 2020 (L.160/19), infatti non c’è alcuna indicazione per il suo superamento.
Ha scritto il sindacato Anief: “Un altro anno è passato e nelle scuole italiane continuano ad essere presenti oltre 20 mila classi con più di 30 alunni, frutto dell’innalzamento dei parametri della formazioni delle classi imposti dall’ art. 64 della Legge Gelmini 133/08: in media, significa che ogni istituto autonomo detiene tre classi con maxi numeri di frequentanti. E così sarà anche l’anno prossimo…”.
Purtroppo le speranze suscitate dalla proposta di legge (5 luglio 2018) a prima firma di L. Azzolina, si sono azzerate. Il provvedimento è fermo in uno dei tanti binari morti del Parlamento. Il motivo risiede nell’aver confermato che l’azzeramento delle classi pollaio è un’operazione molto onerosa e quindi “incompatibile con le finanze pubbliche” (Aprea, Ascani).

Un emendamento prevede uno stanziamento minimo

E’ di queste ore, comunque la notizia riportata dal Scuola24 “In commissione alla Camera è stato approvato un emendamento al decreto milleproroghe che stanzia 6,3 milioni di euro nel 2020, 25,4 nel 2021 e 23,9 annui dal 2022 per dotare le scuole secondarie di secondo grado di nuovi insegnanti. Da destinare alle classi con più di 22 alunni.”
Rispetto alle cifre indicate dalla Proposta di legge-Azzolina (complessivi 5.363.000 €) l’emendamento stanzia una quota corrispondente all’1%.
Indubbiamente, meglio poco che niente! Certifica anche il cambio di una strategia. Maggiormente realistica, rispetto a quella  radicale espressa dalla proposta di legge-Azzolina.
Intanto, però, tante intelligenze e competenze saranno bruciate per incompatibilità economiche. A un Paese carente di materie prime (petrolio…), ma ricco per tradizione di creatività e intelligenza, conviene procedere per piccoli passi?

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