All’esame dei parlamentari della Camera dei Deputati, un disegno di legge che vede come prima firmataria l’esponente del Movimento 5 Stelle, Tiziana Drago: si tratta di una proposta contenuta nella riforma del welfare familiare che dovrebbe favorire il rientro dei docenti nella propria provincia di origine. Sappiamo bene come siano migliaia e migliaia gli insegnanti, specialmente quelli originari del Sud, che sono costretti a prestare servizio a centinaia di chilometri di distanza dal proprio luogo d’origine.
Il disegno di legge di Tiziana Drago, riforma welfare familiare: mobilità e ‘call veloce’ docenti
Il sindacato Anief ha commentato l’iniziativa parlamentare dell’onorevole Tiziana Drago in relazione alla nuova disposizione contenuta nell’ultimo decreto scuola inerente le nuove ‘call veloci‘ e il vincolo quinquennale di permanenza: ‘Il tema della mancata tutela del diritto alla famiglia del personale assunto rischia di riproporsi anche nelle prossime settimane, dal momento che con la ‘call veloce’ si dà l’opportunità ai docenti precari di presentare domanda in un’altra regione per essere immessi in ruolo, un po’ come avvenne già in passato con il piano straordinario della Legge 107/2015. Costringerli, poi, a rimanere fermi per cinque anni, come prevedono le ultime norme approvate, pur in presenza di cattedre vacanti, è un atto di ingiustizia e di cinismo.’
Anief: ‘Con la legge 159/2019, la situazione è peggiorata’
‘Riteniamo particolarmente positiva l’iniziativa dell’on. Drago – sottolinea il presidente Anief, Marcello Pacifico – perché va ad affrontare un problema che nella scuola, a causa dei moti regionalistici mai sopiti, rischia di prendere una brutta piega, perché dal momento che vi sono tanti posti vacanti non è possibile introdurre paletti e lacciuoli, al fine di tenere legati gli insegnanti assunti in province lontanissime dalla loro d’origine. L’opportunità di fare ordine e di superare il contratto capestro sulla mobilità del personale, c’era: invece, non solo i nostri governanti non sono stati in grado di coglierla, ma nella Legge 159/2019 hanno introdotto il vincolo di permanenza di cinque anni consecutivi nella scuola di titolarità, negando per un tempo così lungo ai docenti il diritto alla libera mobilità sul territorio nazionale’.