Coronavirus, scuole chiuse fino al 3 aprile nelle ‘zone rosse’ ma non mancano le polemiche

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Le nuove misure prese dal Governo per combattere l’emergenza del coronavirus riguardano anche la scuola: confermata, almeno fino al 3 aprile, data di scadenza del decreto, la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado e dei servizi educativi per l’infanzia nelle zone rosse. Sospese anche le attività universitarie e delle istituzioni di formazione artistica, musicale e coreutica. Stop a corsi professionali, master, università per anziani e corsi per le professioni sanitarie. Per tutti naturalmente è consentita l’attività didattica a distanza. Anche in questo caso, sono escluse dalla sospensione i corsi per i medici in formazione specialistica e di medicina generale e le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie. Vietata qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa per continuare le attività didattiche.

Scuole chiuse fino al 3 aprile nelle zone rosse ma non mancano le polemiche

Le misure attuate dal Governo, di cui vi abbiamo riferito in altra sede, non hanno soddisfatto la Regione Lombardia, la più colpita dall’emergenza: come riporta il quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’, si ritiene, infatti, troppo blando l’invito a evitare gli spostamenti (il divieto sarebbe infatti esteso solo agli ammalati). Il governatore Attilio Fontana ieri ha incontrato tutti i sindaci dei capoluoghi regionali: Fontana avrebbe preferito uno stop agli spostamenti almeno dalle zone più colpite, come la provincia di Bergamo. Senza considerare le incongruenze: si chiudono le scuole fino al 3 di aprile ma si tengono aperti i centri commerciali da lunedì a venerdì.

Senza contare che a Milano, in corso Buenos Aires o ai Navigli il Covid-19 sembra quasi non esistere: non la solita ressa, come scrive ‘il Fatto Quotidiano’, ma comunque le persone ci sono e non possono certo rispettare l’indicazione governativa sulla distanza di almeno un metro da mantenere gli uni dagli altri. Senza contare la polemica per quanto accaduto mercoledì pomeriggio in un centro commerciale di Montesilvano (Pescara), pieno all’inverosimile, con persone anche sulle scale, per assistere a Elettra Lamborghini, reduce dall’esibizione a Sanremo e intenta alla presentazione del nuovo disco.

Intanto, sono state centinaia le persone che si sono precipitate verso le stazioni, sui treni notturni, simbolo del pendolarismo in tutto il paese, dell’emigrazione dal sud al nord, questa volta della controemigrazione dal nord al sud. Senza pensare che, insieme a questa massa di persone, si sposterà al sud anche il coronavirus e il contagio. Hanno raggiunto, in serata, le stazioni ferroviarie di Milano, si legge su Fanpage. Sono persone originarie di altre regioni che, alcuni raccontano, avendo letto dei provvedimenti che il governo si stava apprestando a prendere con il nuovo decreto del Presidente del Consiglio in particolare per il nord, hanno provato ad andare via da Milano, prendendo d’assalto treni e biglietterie. Altro che “un metro di distanza”.

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