Senso di responsabilità: tutti bocciati

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Sono giorni certamente difficili questi. L’emergenza coronavirus sta distruggendo ricchezza e seminando morte. Ma i nostri politici, anziché stabilire una tregua, continuano imperterriti ciascuno a tirare l’acqua al proprio mulino. È in atto la peggiore pandemia che la storia ricordi. Dal Ministero dell’Istruzione escono fuori soltanto normative confuse e contrarie al dettato costituzionale. I sindacati confederali hanno inoltrato ai signori di Viale Trastevere una durissima reprimenda che riguarda l’ultima nota ministeriale: quella sulla didattica a distanza.

La nota non risponde all’attuale configurazione normativa né allo stato di emergenza che stiamo vivendo: in questo momento straordinario in cui il Governo ha decretato la sospensione delle attività didattiche, l’attivazione della didattica a distanza non può limitarsi a replicare contenuti e modalità tipiche di una situazione di normalità. Quanto a controlli, valutazioni ed esami, andrebbe considerato con la dovuta attenzione che si tratta di attività comportanti per loro natura un carico di stress che nella presente situazione occorrerebbe quanto più possibile attenuare per tutti (alunni, famiglie, docenti, dirigenti). Questo è quanto scrivono.

Io credo proprio di sapere cos’è che vada fatto esattamente in questi frangenti. Ma dentro di me mi domando se non sia meglio che tutti i signori che attualmente siedono in Parlamento si dimettano in blocco e non si occupino non mai più di politica. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato tutti ad un senso di responsabilità ed io non credo proprio che stia avvenendo questo.

Nel comunicato delle rappresentanze sindacali viene scritto:

Le modalità individuate dalla nota come riproduzione in remoto delle attività ordinaria, oltre ad apparire illegittime e inapplicabili, richiedono inoltre, implicitamente ed esplicitamente, che sia i docenti sia gli alunni possano accedere, in modo generalizzato, a connessioni internet con strumenti software e hardware adeguati, cosa che non può certamente darsi per scontata, né il Ministero si è preoccupato di verificare almeno sommariamente la reale disponibilità delle strumentazioni idonee prima di impartire le indicazioni.

Questo per far capire in quale situazione di caos generalizzato si trova oggi la scuola: 20 anni di malapolitica hanno distrutto i saperi calpestando persino l’articolo 33 della Costituzione sulla libertà di insegnamento. Ebbene, se non se lo ricordano ci penserò io a farlo. Non esiste nessun obbligo di adoperare la didattica a distanza!

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