Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviataci dalla giornalista e insegnante Sara Carnelos e indirizzata al ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina.
‘Ministra, si tenga i grazie’
Oggi mi pesa la mano, sì perché dopo la videolezione mi sono imbattuta nella lettera della ministra dell’Istruzione. I tanti “grazie” non servono né a me, né ai tanti docenti precari che lavorano molto più di prima con la didattica a distanza, nemmeno ai miei, ai nostri studenti. Servono fatti e non parole di circostanza. Serve il bonus per la didattica a distanza anche ai precari, serve prorogare i contratti al 31 agosto per non far mancare la conoscenza e la vicinanza anche dopo il 9 giugno. Serve che a settembre gli studenti rivedano i propri docenti. Anche quelli precari? Sì, perché per i ragazzi non ci sono differenze.
A proposito, emanare bandi con un aumento della spesa pubblica quando l’Italia è in lutto e recessione, è una pratica che va fermata e si commenta da sé. Non sprechiamo risorse inutili, basta assumere con il doppio canale dalle uniche graduatorie in vigore quelle di seconda e terza fascia, laddove le gae sono esaurite, favorendo la territorialità. Perché anche la mobilità equivale a follia quando il Paese è fermo.
Servono gli strumenti informatici, i collegamenti wi-fi a quegli studenti a cui mancano. E siamo in clamoroso ritardo. Prima devono arrivare gli strumenti e poi si comunicano i risultati. Il contrario è inconcepibile. In emergenza, lo è ancora di più.
Non servono le parole, ma norme per agire in tutte le scuole italiane in modo condiviso. Servono norme per le scuole e per gli allievi. Tutti navigano a vista. Non servono selfie, non servono dirette Facebook, non servono lettere di ringraziamento, non serve il rossetto rosso fuoco. Non serve.
Sara Carnelos
Giornalista/insegnante