Didattica online, un’ardua impresa per molti docenti

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La didattica online è un’ardua impresa per molte scuole che, vista l’emergenza coronavirus, hanno dovuto adattarsi allo status quo creando un nuovo metodo di fare insegnamento. Un “cambiamento repentino” dice un articolo pubblicato sulla Nazione, che ha generato non poche difficoltà a docenti, alunni e genitori. Gli insegnanti non sono dei supereroi e non indossano le mascherine come i medici, ma i loro sforzi non hanno nulla da invidiare a quello del personale sanitario in cliniche ed ospedali.

È stato proprio il covid-19 ha farci capire l’importanza della ricerca scientifica e quanto possa essere perniciosa l’ignoranza in questi casi. Subito dopo la chiusura delle scuole, è iniziato il caos per la categoria lavorativa dei docenti, che hanno dovuto improvvisare, senza  specifiche e precise indicazioni da parte delle istituzioni, quella che oramai conosciamo come didattica online, o a distanza che dir si voglia.

Didattica online, l’impatto con le nuove tecnologie

Nonostante, in apparenza, la tecnologia potrebbe essere di grande aiuto, è davvero difficile scegliere la giusta piattaforma per garantire ai ragazzi una corretta didattica online. Tutoria, app per videoconferenze, moduli e slides condivisi su portali quali Argo, ma anche videolezioni girate dai docenti in un primo momento, costituiscono più di una possibilità di scelta, ma anche uno sconfinato oceano dove in cui può essere davvero difficile orientarsi.

Eppure, non sono mancati i criticoni che hanno ben salutato (con più di un piglio di cinismo) le innumerevoli difficoltà avute dagli insegnanti, giudicati dai saputelli dell’ultima ora “arretrati” e “preistorici” destinati a lasciare il posto alle nuove leve e ad “estinguersi”.

Nonostante gli ostacoli da superare, il corpo docente italiano è riuscito, chi più, chi meno, ad adattarsi alle nuove esigenze, garantendo una continuazione didattica agli alunni, seppur tramite l’interazione online. Del resto, se è pur vero che le università telematiche sono delle realtà istituzionalizzate e viste positivamente dalla società attuale, perché non accettare e rendere quotidiana una scuola 2.0 come quella che si sta svolgendo attualmente? Ovviamente, con le opportune migliorie!

 

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