Scuola, piano straordinario Miur per la riapertura a settembre: ecco i nodi da sciogliere

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L’obiettivo è quello di riportare in classe 8 milioni e mezzo di studenti a settembre. Un articolo di Corrado Zunino su ‘Repubblica’ parla della riapertura della scuola a settembre. Se da una parte la didattica a distanza può essere considerata un’iniziativa lodevole, come ribadito dal ministro Azzolina, dall’altra si è consapevoli che la DAD non può bastare.

Scuola, piano straordinario per la ripartenza a settembre

Il mondo della scuola chiede un piano straordinario per il ritorno in classe a settembre. Le ipotesi che vengono avanzate sono quelle dei turni in classe di mattina e di pomeriggio (dove non si può lezioni miste in classe e a casa), utilizzo del sabato per la didattica, cantieri aperti in estate per recuperare classi ed edifici che hanno bisogno di interventi non strutturali. Tre miliardi, la spesa prevista.
Il sottosegretario al Miur, Giuseppe De Cristofaro, ha sottolineato come la ‘didattica a distanza’ non può bastare, oltre a ricordare le parole del presidente del CSS, Locatelli (‘Si deve riaprire a settembre’).

Miur, task force e cronoprogramma da qui a settembre

Il Ministero dell’Istruzione deve inserire una task force e indicare un cronoprogramma per i prossimi 4 mesi e mezzo, da qui a settembre. ‘Bisogna fare tutti gli sforzi per riportare in classe docenti e discenti – ha dichiarato De Cristofaro – la DAD ha colmato il vuoto ma finisce per amplificare le disuguaglianze che già esistono. È il momento di trovare 3 miliardi per la scuola italiana e portare a casa i concorsi avviati con un percorso rapido che guardi a chi insegna già’.
Tre miliardi come quelli della riforma Buona Scuola renziana, Fioramonti non riuscì nemmeno ad arrivare a due e diede le dimissioni.

Flc-Cgil: ‘Si dovrà investire sul rinnovo del contratto e sull’aumento in busta paga’

Francesco Sinopoli, segretario di Flc-Cgil, sottolinea che si dovrà investire sul rinnovo di contratto e sull’aumento in busta paga perché ‘già sappiamo che i carichi di questa rinascita peseranno sulle spalle dei docenti, sottopagati. Ad oggi non sappiamo nulla – prosegue Sinopoli – quale organizzazione didattica ci sarà, per quale ciclo scolastico, quale investimento sulla sanificazione degli istituti e sui dispositivi di sicurezza. La ministra con noi non parla di questo.’

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