In tempi di coronavirus e di emergenza scolastica, appare davvero paradossale la questione riguardante i diplomati magistrale, molti dei quali sono stati già licenziati a motivo delle ben noti sentenze giudiziarie ed altri lo saranno dal prossimo mese di giugno.
I diplomati magistrale licenziati si appellano al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, affinché venga restituito loro il lavoro in un momento storico come questo.
Diplomati magistrali licenziati si appellano al ministro Azzolina
‘Insieme ad altri 45000 colleghi abbiamo ricorso per poter accedere alle graduatorie di esaurimento per la classi di concorso infanzia/primaria – così scrivono le maestre e i maestri, sottolineando come questa vicenda giudiziaria abbia prodotto diversi risvolti: diecimila maestri sono stati inseriti a pieno titolo nelle graduatorie, mentre altri 45000 si sono visti negare questa possibilità quando, a dicembre 2017, il Consiglio di Stato ha sconfessato se stesso. Molti maestri, da allora, sono già stati licenziati, altri avranno a giugno la sentenza e altri ancora riceveranno il licenziamento nei mesi successivi.
Si sottolinea, inoltre, il fatto che, poche settimane prima dell’emergenza Covid-19, il Ministero dell’Istruzione abbia richiesto moltissime istanze di prelievo con l’obiettivo di accelerare il depennamento dei diplomati magistrale.
Diplomati magistrale, ‘È un’emergenza, se la politica vuole, la politica può’
‘Ad aggiungersi a questa situazione di forte criticità – si legge nella lettera delle maestre e dei maestri – la nota Inps 94 del 2015 recita che, i dipendenti a tempo indeterminato presso la pubblica amministrazione, una volta licenziati, non potranno accedere al sussidio di disoccupazione.’
Si parla poi del concorso straordinario dello scorso anno al quale, però, molti insegnanti già in ruolo e con anno di prova superato, non hanno potuto partecipare poiché hanno lavorato troppo poco per la scuola statale e troppo per quella paritaria che però ha permesso di accumulare quel punteggio utile per essere assunti nel frattempo.
‘Se la politica vuole, la politica può’, scrivono questi insegnanti, sottolineando come nei prossimi mesi l’Italia sarà costretta ad affrontare la più grave crisi sociale-economica dal dopoguerra e per questo si dovranno prendere delle decisioni eccezionali.
‘È possibile licenziare insegnanti che lavorano da anni per lo stato italiano? – si chiedono gli insegnanti – È possibile licenziare, tra l’altro senza alcun ammortizzatore sociale, padri e madri di famiglia? Che prospettiva potremo avere di fronte alla crisi che arriverà ? Chiediamo alla politica di non lasciarci soli.’
Le richieste inoltrate
- 1) Assunzioni a pieno titolo di coloro che sono in ruolo con riserva e con anno di prova già superato;
- 2) Reintegro per chi è già stato licenziato e ha superato l’anno di prova;
- 3) Sospensione delle istanze di merito fissate per giugno;
- 4) Utilizzare le graduatorie di istituto come canale ulteriore per l’assunzione. Non è possibile sentire parlare di concorsi in un momento storico come questo.