Concorsi scuola: la carica dei trentamila con l’emergenza Coronavirus in corso

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I concorsi scuola per titoli ed esami sono ormai fuori dal tempo perché non garantiscono insegnanti adeguatamente formati alle scuole. Sono troppe le variabili in gioco che richiedono una revisione decisa del reclutamento in tutt’altra direzione.

Concorsi scuola: perché non bandirli per soli titoli?

Insegnanti che hanno servito la scuola con abnegazione, impegno, formazione a spese proprie (dal momento che lo Stato non ha intenzione di organizzare dei percorsi abilitanti speciali con anno di prova incluso nel primo onde far fronte all’emergenza insegnanti che si verificherà a settembre.  Questo costringerà il ministero a stipulare decine e decine di migliaia di contratti di supplenza anziché regolarizzare i precari come raccomanda inutilmente l’Europa ormai da diverso tempo. Eppure, dobbiamo sentirci dire che la selezione è indispensabile, ovviamente con spesa a carico dei cittadini.

Le graduatorie che si formano dai concorsi sono continuamente oggetto di impugnazione da parte di molti docenti precari. Si va dalla contestazione del punteggio ricevuto, alla vecchia e bieca raccomandazione. Dire che per quest’anno nessuno entra in ruolo significa soltanto una cosa: gli italiani paghino pure più tasse, perché il governo non ha intenzione di stabilizzare i docenti precari. È bene che lo sappiano quando andranno a votare lamentando che ai propri figlioli sia stato assegnato ancora una volta un docente precario.

I concorsi docenti non si possono fare ad agosto con il caldo, l’aria irrespirabile e l’inadeguatezza degli spazi che non consente il distanziamento sociale raccomandato dagli scienziati. Mai come in questo momento sarebbe meglio procedere con un concorso per soli titoli. Non ci troviamo certamente nelle condizioni ideali per fare un concorso alla vecchia maniera con scritti ed orali fatti in presenza. A nulla sono valsi gli appelli fatti da altri parlamentari, attualmente appartenenti al gruppo misto, per convincere il governo Conte ad emendare il decreto scuola che prevede l’emanazione dei bandi di concorso di scuola secondaria con uno svolgimento delle prove che molto probabilmente avverrà in estate.

Sarà un esercito composto da 30000 docenti che si dovranno contendere in queste condizioni un’assunzione che si potrebbe effettuare semplicemente attraverso un concorso per titoli. Su questa stessa lunghezza d’onda si trova il Sottosegretario al MIUR De Cristofaro del PD. Ma la Azzolina, imperterrita, decide di andare avanti per la sua strada incurante di quanto viene detto nell’aula di Montecitorio.

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