La didattica a distanza è stata imposta dal Coronavirus. Nella storia ogni strappo ha prodotto delle reazioni. Non è da meno la Dad. Molti vedono solo il bicchiere mezzo vuoto. E invece rappresenta un’occasione per maturare digitalmente.
Didattica a distanza rappresenta uno strappo
La Didattica a distanza è solo uno degli elementi di una rivoluzione di sistema imposta dal Coronavirus. E’ indubbio che non abbiamo vissuto un processo di continuità tra il prima e il dopo la data del 5 marzo (giorno di sospensione dell’attività didattica). Molti docenti sono stati il motorino di avviamento di uno strappo, divenuto di sistema con le direttive ministeriali.
Era inevitabile! Lo scenario dopo il 5 marzo è radicalmente cambiato, rendendo inapplicabile il modello offline della lezione frontale. L’istituzione scolastica si è trovata davanti a un bivio: esser-ci nel nuovo scenario o risultare incapace a garantire la continuità didattica e quindi il diritto allo studio (art. 2, 3 e 34 della Costituzione italiana). E la scuola ha guardato in faccia la realtà, accettandola e facendosi carico di esplorare il nuovo, sapendo di procedere in molti casi per tentativi ed errori.
Ogni strappo porta sempre a molte proteste
Nella storia ogni rivoluzione ha prodotto critiche, opposizioni. Nulla di nuovo sotto il sole! Direbbe G. Vico è il corso e il ricorso della storia che porta quasi sempre a individuare il vecchio (le reazioni) all’interno di una nuova situazione, come quella dell’emergenza sanitaria imposta dal Coronavirus.
L’uomo è stato il protagonista di molte rivoluzioni. Nel nostro caso ci interessa la rottura storica avvenuta con l’avvento della scrittura e della stampa. Nel primo caso conosciamo bene l’avversione di molti greci verso la nuova invenzione che a parere di Platone “non aiuta la memoria, ma soprattutto perché illude di sapere le cose che attraverso di essa si apprendono.”
Stessa reazione ci fu quando fu inventata la stampa ritenuta una pericolosa innovazione. Infatti, la possibilità di una maggiore diffusione dei testi che divennero quindi meno elitari, riduceva il potere di controllo da parte della Chiesa. Questo era stato garantito dalla scrittura a mano dei monaci, detti appunto amanuensi.
Nella logica dei corsi e ricorsi storici, anche l’imposizione violenta della Didattica a distanza ha suscitato molte critiche rilevate dal contributo di Luciano Mondello.
Il difficile rapporto tra la scuola e il digitale
Non sempre il rapporto tra la scuola e il digitale è stato improntato correttamente. Quasi sempre il digitale è stato confinato a un’aula (laboratorio di informatica) o a un uso prevalentemente di supporto non integrato in un piano di formazione. Penso in quest’ultimo caso all’uso cinematografico della lim, utilizzata per la visione di film, video didattiici… Non possiamo dimenticare la carica di negatività che ha sempre caratterizzato la presenza a scuola dello smartphone, in relazione ai casi di cyberbullismo.
La didattica a distanza è un’opportunità per raggiungere la maturità digitale
Con la didattica a distanza, che probabilmente sarà confermata anche il prossimo anno, si apre un nuovo scenario che può confermare il profilo pedagogico del digitale. Mi spiego. Il nuovo modello di scuola Coronavirus imporrà un approccio più maturo verso il digitale, superando il ludismo e il luddismo (movimento storico di opposizione alle macchine).
Sarà necessario ampliare le modalità di relazione a distanza che dovranno suscitare una sorta di nuova fascinazione, simile a quella che avviene a distanza tra l’autore di un libro e il lettore.
La didattica a distanza offrirà la possibilità di definire il nuovo ambiente educativo di apprendimento che, una volta terminata l’emergenza, dovrà affiancare quello tradizionale dell’aula. In altri termini, si dovranno sperimentare nuove modalità di apprendimento, senza dimenticare la dimensione collaborativa e quindi costruttivistica del processo di acquisizione delle conoscenze.
In questo elenco non bisogna dimenticare le competenze. Se come si afferma l’emergenza terminerà tra 12-18 mesi, non sarà possibile sospendere l’impegno a conseguirle anche a livello minimo.
Concludendo, ci attendono diversi mesi per sperimentare soluzioni organizzative e operative che ovviamente saranno accompagnati anche da errori. Ma questo lo sappiamo, fa parte del gioco della nostra condizione umana.