Il questione della riapertura della scuola a settembre resta aperta. Dovrebbe essere la task force del Miur a suggerire al ministro Azzolina come avviare il prossimo anno scolastico, ma le questioni in gioco sono davvero tante e la soluzione del problema non è semplice.
Piano rientro a scuola a settembre: c’è poco tempo
Il ‘tempo’ è il nemico numero uno del Piano Miur per il rientro a settembre a scuola in emergenza da Covid-19. Ma Conte ha annunciato che il Piano è in arrivo. La prima cosa da stabilire è il calendario scolastico, insieme alle Regioni. Poi andrà stabilito come far rispettare il distanziamento, nodo cruciale della lotta al virus. Con calcoli approssimativi si può concludere che un’aula in media può ospitare 10-15 alunni al massimo, nel rispetto delle norme di sicurezza. Le turnazioni sembrano l’unica possibilità per la didattica in presenza. Di certo occorrono soldi per attrezzare le scuole e sanificarle prima di settembre.
Mille dubbi sulla riapertura
Ma i dubbi sulla riapertura della scuola in emergenza da Covid-19 non finiscono qui, e purtroppo non ci sono precedenti a cui ispirarsi. Come raggiungere la scuola? Come gestire il divieto di assembramento sui mezzi pubblici? Come entrare a scuola al suono della campanella? Come entrare in aula? Come gestire i flussi in entrata e uscita? Chi sarà a controllare il rispetto delle norme di sicurezza? Quali saranno le norme sanitarie? Come fare lezione se tutti gli alunni non possono essere fisicamente presenti? In che modo la DAD si integrerà con la didattica in presenza? Il compito della task force del Miur non è affatto facile.