Come sarà il ritorno a scuola a settembre? Il mondo della scuola desidera avere delle risposte in merito a ciò che potrà accadere all’avvio del prossimo anno scolastico per i docenti, il personale Ata, le famiglie e gli studenti. Lo abbiamo chiesto in esclusiva alla deputata del Movimento 5 Stelle, onorevole Vittoria Casa, nella seconda parte della nostra intervista.
Scuola a settembre: come sarà?
D: Onorevole Casa, come se lo immagina il ritorno a scuola in settembre? In altre occasioni ha parlato di una convivenza fra DAD e didattica in presenza. Quante possibilità ci sono che in autunno si torni alla normalità in classe, a cui siamo abituati?
“La prima cosa che immagino è che il ritorno a scuola sarà una grande festa per studenti, famiglie e insegnanti. La sospensione delle lezioni in presenza già li ha resi ancora più consapevoli del valore delle attività didattiche. E’ chiaro che nell’immediato futuro qualcosa dovrà cambiare. Ma non bisogna pensare che i cambiamenti debbano essere sempre negativi. Penso, ad esempio, alla necessità di ridurre il numero di alunni per classe. A tal proposito avevo presentato diversi atti anche nel 2019, perché ho sempre ritenuto che classi con un numero minore di alunni possano essere più sicure e inclusive. Serve, inoltre, progettare spazi educativi che siano adatti alle esigenze di sicurezza e apprendimento. Creare classi funzionali sotto ogni profilo, coinvolgendo nella progettazione le famiglie e le istituzioni. Il dialogo tra la comunità educante è il primo ingrediente per rispondere alla nuova sfida che l’emergenza ci ha posto dinanzi.
Anche il potenziamento della DAD può dare frutti preziosi. Da anni si passa di Flipped Classroom e del maggiore utilizzo delle TIC perché molto adeguate agli stili di apprendimento dei nativi digitali. La verità è che non dobbiamo focalizzarci sul concetto di normalità. La normalità è solo un’adesione formale alla routine ma si può progettare una scuola più moderna e adatta ai bisogni educativi degli alunni. Quel che è certo, comunque, è che a Settembre dobbiamo garantire il ritorno in classe.”
D: Assumere un maggior numero di precari, aumentando quindi i supplenti, potrebbe essere utile a garantire una didattica migliore anche in situazione di emergenza?
“Ho sempre sostenuto che assumere più docenti sia un investimento per il futuro. Le risorse umane sono un capitale indispensabile, soprattutto nelle pratiche educative. L’inserimento di nuove leve può, inoltre, introdurre nuove metodologie didattiche e approcci diversi. Esperienza e innovazione devono essere opportunamente miscelate nella progettazione scolastica. Proprio per questa ragione, abbiamo previsto le risorse necessarie per la predisposizione dei concorsi che, è bene ricordarlo, non vengono previsti da diversi anni e che sono rivolti sia a insegnati che lavorano già da tempo, sia ai neolaureati. Le nuove disposizioni in materia di sicurezza, potrebbero determinare la necessità di aumentare il fabbisogno di insegnati. Naturalmente, in quel caso, bisognerà
prevedere le dovute risorse finanziarie per le nuove assunzioni.”