Stipendi scuola e avvio nuovo anno scolastico: intervista al sottosegretario al Miur, De Cristofaro (ESCLUSIVA)

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In vista dell’avvio del nuovo anno scolastico e dell’emergenza coronavirus, sono tanti gli interrogativi che riguardano il prossimo mese di settembre, a cominciare dalle lezioni ‘in presenza’ oppure ‘a distanza’ per gli studenti. L’obbligatorietà della didattica a distanza pone un altro importante interrogativo, quello riguardante gli aumenti stipendiali per il personale docente e il rinnovo di contratto. Ne abbiamo parlato al sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Giuseppe De Cristofaro, che ha risposto in esclusiva alle nostre domande.

Sottosegretario De Cristofaro, innanzitutto La ringraziamo sentitamente per la Sua disponibilità. Partiamo dal ‘futuro’ ovvero dall’avvio del nuovo anno scolastico: sarà 1° settembre per tutti o si provvederà alla consueta calendarizzazione regionale? Quanto è alto il rischio di non iniziare ‘in presenza’?In vista dell’inizio del prossimo anno scolastico è stato istituito al Ministero dell’Istruzione un comitato di esperti che dalla scorsa settimana sta lavorando per verificare le possibili soluzioni per ripartire con un doppio obiettivo: garantire la massima sicurezza per gli oltre otto milioni di studentesse e studenti e il milione e mezzo di docenti e personale della scuola italiana; creare condizioni quanto più prossime alla normalità della vita scolastica. In quest’ottica il nostro impegno è di iniziare e proseguire l’anno in presenza, nel caso integrando il lavoro in classe con strumenti di didattica a distanza, ma è evidente che le condizioni definitive dipenderanno, come è avvenuto fino a oggi, dall’evoluzione dell’emergenza e dalle indicazioni degli esperti. Si partirà il primo settembre e, come gli altri anni, si dovrebbe procedere secondo una calendarizzazione regionale.

I docenti reclamano un adeguato aumento di stipendio, anche in virtù del fatto che la didattica a distanza è divenuta obbligatoria: ci sono speranze concrete?

L’attuale situazione di emergenza ha inevitabilmente rallentato il percorso relativo al nuovo contratto collettivo e, di conseguenza, agli aumenti di stipendio per le docenti e i docenti italiani. Permane l’urgenza di adeguare condizioni salariali decisamente penalizzanti e, anche in questo caso, ritengo essenziale un pieno coinvolgimento delle rappresentanze sindacali per trovare un punto di equilibrio fra le legittime e, aggiungo, pienamente condivisibili richieste dei docenti e parametri economici sostenibili. Gli aspetti contrattuali, con il necessario aumento degli stipendi, coinvolgono ovviamente il Governo e non possono riguardare semplicemente il Ministero dell’Istruzione.

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