Il concorso straordinario docenti scuola secondaria resta in primo piano sul fronte del dibattito politico: dopo l’uscita del bando, lo scorso 28 aprile, un’ondata di polemiche ha investito il ministro Azzolina sia per quanto riguarda gli aspetti relativi allo svolgimento pratico del concorso, sia per quanto riguarda i criteri tramite i quali verranno scelti i 24mila vincitori di cattedra.
Emendamenti per assunzione di 40mila docenti con tre anni di servizio
La senatrice Loredana De Petris ha annunciato la presentazione di alcuni importanti emendamenti che dovrebbero servire a migliorare il provvedimento, emendamenti che vedono l’appoggio delle forze politiche di maggioranza.
‘L’anno scolastico 2020/21 è alle porte – ha affermato la senatrice di Liberi e Uguali – ed è importante metterlo in sicurezza da settembre, per questo proponiamo una procedura concorsuale straordinaria per soli titoli, a cui possano accedere i docenti con tre anni di servizio e innalziamo il numero dei vincitori dai 24 mila ai 40 mila. Le supplenze al 30 giugno o al 31 agosto sono state quasi 200 mila e i pensionamenti l’anno prossimo saranno all’incirca 30 mila, quindi le cattedre ci sono e vanno coperte stabilmente’.
Concorso per titoli e servizi ‘non è un golpe contro la meritocrazia’
‘Una procedura concorsuale per titoli e servizi non è un golpe contro la meritocrazia, ma una priorità – ha proseguito la senatrice De Petris – per la sicurezza della salute non solo dei concorrenti, ma anche dei tanti lavoratori e vigilanti delle istituzioni scolastiche che dovrebbero accoglierli. In questo modo si rispetterebbe chi in questi anni ha retto sulle proprie spalle il sistema di istruzione e che oggi meritano una stabilizzazione.
Per noi – aggiunge Loredana De Petris – è altrettanto importante aggiornare le graduatorie di seconda e terza fascia, fare dei lavori di messa in sicurezza degli edifici scolastici durante il periodo di sospensione dell’attività didattica, raggiungere tutti gli studenti per la didattica a distanza e avviare un confronto sereno con tutte le parti per avviare con periodicità percorsi abilitanti che possano garantire anche ai neolaureati un percorso di accesso all’insegnamento caratterizzato da una formazione adeguata. Alla Scuola, attraverso il Decreto in discussione, dobbiamo una risposta che aspetta da tempo’.