Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata da Giuseppe Imperatore.
E se i precari bloccassero la scuola?
Il concorso straordinario e ordinario per i precari da espletare durante la pandemia è l’ultimo sopruso della Azzolina, è l’ultima umiliazione che i precari storici della scuola devono subire per l’accanimento di una donna che si erge a paladina della meritocrazia prevedendo che a decidere il nostro futuro debba essere il superamento di un quiz a crocette.
Essere Ministro non significa di poter essere da soli a decidere, anzi è proprio il contrario il
ruolo da svolgere con un tale incarico nel Governo. La Azzolina, invece, non solo non ascolta e non dialoga con nessuno, ma continua imperterrita ad andare dritta per la sua strada. Si è ostinata a voler bandire il concorso ordinario e straordinario della scuola nonostante il parere contrario del CSPI, delle forze politiche e sindacali, dell’OMS che la costringe comunque a bandire con una pandemia ancora in atto, un concorso che sicuramente anche se svolto online, non ha i requisiti per poter essere svolto né tantomeno può avere una data certa di espletamento.
Con la proroga della riapertura delle graduatorie di Istituto ha vanificato l’investimento di
tempo e il denaro speso negli ultimi tre anni dai precari in Master, Corsi di specializzazione
per incrementare il proprio punteggio con la speranza di poter rientrare finalmente nella
provincia di residenza.
In questo periodo di emergenza per la pandemia del Coronavirus, chi ha potuto continuare a lavorare lo sta facendo, comunque con limitazioni, ma nel proprio ambito lavorativo.
Solo una categoria di lavoratori è invece chiamata non dalla incompetenza ma dalla “follia” di una donna, a svolgere non più il proprio ruolo di insegnante: i docenti.
Ai docenti che faticosamente credevano ancora nell’insegnamento è stato tolto quel briciolo di dignità e autorevolezza che gli era finora rimasto solo per la possibilità di poter svolgere la propria attività di docente in quello che da sempre è stato il loro naturale luogo di lavoro: la SCUOLA fatta di cattedre, aule, lavagne e soprattutto del “capitale umano” di alunni da formare in presenza per diventare i cittadini del domani, le eccellenze del nostra Nazione.
In nome del diritto allo studio “dei miei alunni” Azzoliniani ecco la DaD che ha ufficializzato la nascita della scuola del nulla, la vittoria degli alunni e dei genitori sugli insegnanti, umiliati ancor dipiù dalla Azzolina con l’inopportuna dichiarazione, tre mesi prima della chiusura dell’a.s., che tutti gli alunni saranno promossi.
La scuola e l’insegnamento non sono le classe virtuali, le videolezioni o farsi prendere per i fondelli dagli stessi alunni che in aula erano perennemente al cellulare ed adesso con la
DaD hanno problemi di connessione o di GIGA.
Anche noi docenti precari pur avendo contratti in scadenza al 30 giugno e/o al 31 agosto,
siamo stati obbligati ad insegnare con la DaD, pur continuando a non aver nessun diritto
(Carta del Docente, strumenti digitali, ferie, permessi,).
La Azzolina in questa fase di emergenza, si ostina a credere che il merito dei docenti possa emergere solo da un concorso con computer based con quesiti con risposta a crocette che condannerà migliaia di docenti precari con anzianità di servizio a trovarsi senza un lavoro.
La personale esperienza dei docenti con anzianità di servizio, ha permesso fino ad oggi, di
formare gli alunni di ieri e di oggi e permettendoci di essere i cittadini di oggi e quindi anche a lei di diventare Ministro della Pubblica Istruzione.
La Azzolina dimentica che invece la sua personale esperienza è quella di essere una ex
collega precaria, ex sindacalista che come precaria si è abilitata all’insegnamento della
Storia e Filosofia con la SSIS, ovvero con la Scuola di Specializzazione all’insegnamento
secondaria, entrando in ruolo e quindi non tramite un concorso che invece vuole imporre ed obbligare adesso ai docenti come unica soluzione al precariato.
La stessa Azzolina dimentica che si è abilitata all’insegnamento sul sostegno alle superiori
copiando la Tesi, che si è classificata 2542 su 2900 posti disponibili al concorso per
Dirigente Scolastico, in cui il Presidente della Commissione ha giudicato il risultato della sua prova orale tale da mettere in dubbio le capacità della candidata a poter svolgere l’incarico di Ministro della Pubblica Istruzione.
Con la pubblicazione dei bandi di concorso non possiamo più aspettare, dobbiamo agire
immediatamente. Se la Azzolina ha rifiutato il dialogo ed il confronto è il momento di farle
capire con i fatti che cosa significa aver preso queste decisioni per la scuola.
SE CI UNIAMO ABBIAMO LA POSSIBILITA’ DI FERMARE QUESTA FARSA DELLA
DIDATTICA A DISTANZA, E DI BLOCCARE SCRUTINI ED ESAMI DI STATO.
Solo in questo modo la Azzolina si renderà finalmente conto che la scuola non può andare
avanti senza i precari.
Giuseppe Imperatore