Scuola, emendamenti al DL 22 – Per far comprendere l’emendamento Anief di cui parleremo in questo articolo, dobbiamo fare una breve premessa. La Commissione istruzione al Senato ha inviato una missiva al premier Conte. Nel messaggio viene chiesto di “consentire perlomeno a tutti gli studenti degli istituti comprensivi (scuola primaria e secondaria di primo grado) la frequenza quotidiana delle lezioni con turni mattutini e pomeridiani a settimane alterne, con due sanificazioni quotidiane degli ambienti, aumentando l’organico di fatto docente e ATA.”
Come precisato da Orizzontescuola, in questo caso verrebbe fatta una suddivisione degli studenti in due gruppi e, nel tempo che intercorre tra la frequenza dell’uno e dell’altro gruppo, sarà opportuno effettuare la sanificazione degli ambienti. Servirebbe, di conseguenza, un organico aggiuntivo, al netto dell’organico di potenziamento. Questo vale sia per i docenti che per il personale ATA.
Le dichiarazioni di Marcello Pacifico
Marcello Pacifico, presidente Anief, ha dichiarato al riguardo: “Se pensiamo che nel 2015 l’allora premier Matteo Renzi quantificò inizialmente 150 mila immissioni in ruolo da attuare per risolvere il problema della ‘supplentite’, ci rendiamo conto che non si tratta affatto di una cifra spropositata perché la scuola oggi ha un numero ben più alto di cattedre scoperte, quasi doppio rispetto a cinque anni fa, e soprattutto deve gestire un’emergenza sanitaria tutelando il bene più importante che abbiamo, ovvero i nostri cittadini più giovani”.
L’emendamento proposto da Anief
L’impegno su cui sta lavorando il governo Conte è quello di favorire il ritorno a scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Ovvio che il tutto dovrà assolutamente essere svolto nella massima sicurezza. L’organizzazione sindacale Anief ha chiesto un emendamento al decreto legge n. 22 riguardo la scuola. Richiesta che ha visto come destinataria la VII Commissione del Senato.
L’emendamento è volto a limitare il numero massimo di alunni a non oltre 15 unità. Ora, fonti dal MIUR (e la stessa ministra Lucia Azzolina) hanno fatto sapere che, qualora tutto ciò non sia fattibile, bisognerà, di conseguenza, provvedere alla divisione delle classi. Il giovane sindacato reputa tale eventualità dannosa sia dal punto di vista formativo che pedagogico. Certo è che, visto che il numero di alunni limitato, è ipotizzabile che serviranno più docenti per venire incontro a tutte le necessità del caso. Al momento, è ancora tutto in itinere.