Rientro a scuola il 14 settembre, ecco come: regole Miur, le novità

Il capo della task force del Ministero dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha rilasciato un’intervista al ‘Corriere della Sera’ all’interno della quale ha parlato degli scenari che si prospettano per quanto concerne la riapertura delle scuole a settembre.

Riapertura scuole a settembre, Bianchi: ‘Dobbiamo avere la capacità di uscirne innovando’

‘Molti dicono che dopo quest’emergenza si deve tornare alla normalità – ha dichiarato Bianchi in merito alla scuola del ‘dopo coronavirus’ – Dobbiamo invece avere la capacità di uscirne innovando’.
Il titolare della cattedra Unesco in Educazione crescita e uguaglianza ha sottolineato come il virus ci abbia letteralmente fatti precipitare nel mondo digitale: ‘Non disperdiamo quello che abbiamo imparato in questi mesi’.
Bianchi ritiene che l’autonomia delle scuole rivestirà un valore fondamentale e che servirà flessibilità nel curriculum: ‘Serve un sistema nazionale che sorregga le aree fragili, come le periferie, e poi – sottolinea il capo della task force Miur – bisogna dare spazio ad un insegnamento più informale, valorizzando musica, storia dell’arte, educazione civica, capacità espressiva’.

‘Bisogna investire nella formazione dei docenti’

Bianchi ritiene, inoltre, che si debba investire nella formazione dei docenti. ‘Purtroppo le ultime riforme sono state fatte come se si fosse trattato di ordine pubblico non avendo una visione’.
L’ex rettore dell’Università di Ferrara ha ribadito al ‘Corriere della Sera’ come, a settembre, si prospettano 3 scenari che dovranno tenere conto sia delle condizioni sanitarie che ci saranno, sia dei diversi gradi di scuola.

‘No a bambini in classe divisi dal plexiglass’

‘I più piccoli e i ragazzi con disabilità sono quelli che hanno più bisogno di stare in classe. I più grandi possono essere un po’ più autonomi. Cercheremo di garantire la presenza a scuola il più possibile – ha dichiarato Patrizio Bianchi che, in ogni caso, non vuole assolutamente ‘bambini in classe come quelli cinesi, in banco col cappello e divisi dal plexiglass. ‘La scuola ci deve garantire il diritto di essere noi stessi. Senza lasciare indietro nessuno’.