È stato rinviato alla prossima settimana l’esame in Senato degli emendamenti al Decreto Scuola N. 22/2020 contenente ‘Misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato’.
Emendamenti al Decreto Scuola, rinviata alla prossima settimana la discussione in Senato
A proposito del concorso straordinario, l’onorevole Flora Frate ha dichiarato, nei giorni scorsi, che ‘si tratta di un pericoloso salto nel buio. Bandire un concorso in piena emergenza sanitaria e pandemica mi sembra alquanto irresponsabile, una scelta disarcionata dalla realtà e del buon senso. Sarebbe stato più opportuno ascoltare le criticità emerse durante le audizioni e accogliere le istanze delle Organizzazioni Sindacali. Invece, si è preferito alzare un muro e rifiutare qualsiasi confronto democratico, ignorando finanche il parere del CSPI. Un metodo irrituale, che è anche un pessimo esempio per la scuola stessa, che richiede propensione al dialogo, capacità di ascolto e spirito di collegialità’.
Flora Frate ha sottolineato come, in questi anni, siano stati proprio i docenti precari a garantire, anche a costo di enormi ripercussioni personali, la tenuta del sistema scolastico ed è grazie a loro, oggi, se la Didattica a Distanza sta funzionando. Questa consapevolezza ha raggiunto anche altre forze politiche e all’interno del Governo si è finalmente aperta una importante riflessione, per niente scontata.
Flora Frate: ‘I numeri in Parlamento ci sono, è ora di dare finalmente delle risposte concrete: se c’è la volontà, si può fare’
Cosa succederà la prossima settimana con l’esame in Senato degli emendamenti al Decreto Scuola? L’esponente del Gruppo Misto sottolinea come il dibattito che si è sviluppato sulla scuola abbia coinvolto tutte le forze politiche.
‘Io stessa – ha dichiarato Flora Frate – ho partecipato a diversi momenti di confronto con colleghi di maggioranza e di opposizione confrontandoci nel merito, pacatamente e con rispetto, e ritrovandoci su punti condivisibili.
Bene, si parta da questo. I numeri in Parlamento ci sono e possiamo sperimentare una larga convergenza tematica per dare finalmente risposte concrete. Se c’è la volontà, si può fare. A quel punto, le responsabilità saranno evidenti.’