La scuola cercherà di ripartire a settembre ma, intanto, si cominciano a fare le sperimentazioni. Domani, infatti, torneranno a scuola 36 bambini (dai 3 ai 10 anni) di tre cittadine del Piemonte: Borgosesia, Varallo Sesia e Quarone. Come riportato dal quotidiano ‘Repubblica‘, oggi 11 maggio, il sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, lo ha definito come un ‘progetto di assistenza ai minori’.
C’è l’Ok di una preside di una scuola di proprietà del Comune: verranno messe a disposizione 25 aule, con classi da quattro bambini per la scuola materna e da cinque per la primaria.
A Borgosesia si sperimenta la riapertura delle scuole
Le famiglie potranno lasciare i loro figli dalle ore 8 fino alle 18. Tiramani parla di ‘famiglie disperate, che non sanno a chi lasciare i loro figli: è venuto il momento di sperimentare soluzioni, non solamente studiarle sulla carta’.
Quali saranno le misure adottate? Educatori con le mascherine, mini gruppi da 4-5 bambini al massimo a seconda dell’età, lavaggio delle mani almeno una volta all’ora, ogni 50 minuti le finestre verranno aperte per il ricambio dell’aria, test sierologici obbligatori per genitori e assistenti, pranzo mangiato al banco con distanziamento dagli altri compagni. Non ci saranno, dunque, le maestre ma gli educatori del pre e post scuola: si parla di un costo di 10 euro al giorno (1 euro all’ora), 5 euro per il pasto con il panino che, per ovvie ragioni sanitarie, non potrà essere portato da casa.
Per il momento, il modello ‘Borgosesia’, così come è stato ribattezzato, sarà aperto solamente ai figli dei genitori tornati al lavoro.
Si parla di protocollo ‘attento’, verificato da Giovanni Di Perri, uno dei più importanti virologi italiani: il sindaco di Borgosesia è pronto a sottoporlo alla ministra Azzolina, la quale, però, sembra non aver gradito troppo l’iniziativa locale.