Nel corso dell’Edu Day 2020 tenutosi questa mattina in forma digitale dalle ore 10 alle 13 è intervenuto anche il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. L’esponente di Governo ha posto l’accento sulla importanza della università come comunità di presenza, pur senza dimenticare le potenzialità offerta dalle varie tecnologie e dal digitale.

Manfredi: “Finito il tempo dei bilanci, questo è il tempo della visione”

“L’emergenza va inquadrata nell’ottica più ampia del processo di transizione digitale, una transizione che l’università stava già vivendo e nell’ambito della quale l’emergenza è stata un acceleratore. La nostra sfida è il ‘digital divide’ sul quale stiamo concentrando molti investimenti”.

“Finito il tempo dei bilanci – ha proseguito il Ministro Manfredi –, questo è il tempo della visione. Non possiamo permetterci di avere un Paese senza una connessione ad alta banda che arrivi in tutte le famiglie e che sia garantita a tutti, se vogliamo essere un Paese democratico che guarda al futuro e all’innovazione come grande leva del cambiamento. Inutile soffermarci su contrapposizioni sterili e talvolta solo ideologiche tra formazione in presenza e formazione online nell’università, guardiamo al futuro”.

“Dobbiamo immaginare una università che continui ad essere comunità in presenza – l’Università è luogo di formazione delle idee che poi vengono trasferite agli studenti in una dinamica veloce, gli studenti sono elemento proattivo anche per la ricerca – ma che utilizzi le potenzialità offerte dalle tecnologie e dal digitale per diventare più inclusiva e capace di rispondere ad esigenze che cambiano nella società, per una società più competente e più democratica”.

“È importante non tralasciare l’innovazione didattica, che, grazie alle nuove tecnologie – realtà aumentata e intelligenza artificiale, solo per fare qualche esempio – ci offrono la capacità di una formazione potenziata non solo nelle discipline scientifiche, ma anche in quelle umanistiche. Resta, infine, da non trascurare il tema della formazione continua della quale chi lavora necessita, che non è possibile svolgere in presenza lavorando, ma indispensabile per un nuovo Paese che richiede una messa a sistema di formazione, innovazione e competenza”.