Precariato, traguardi e problemi irrisolti

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Il precariato nella scuola resta un problema che da anni si trascina senza soluzioni esaustive. Cambiano i governi, cambiano i ministri dell’istruzione, tanti buoni propositi (in campagna elettorale) ma nessuno riesce (o vuole) risolvere davvero questa problematica.

Analizziamo l’odierna situazione per capire quale possa essere il futuro del personale docente precario e cosa andrebbe ancora fatto.

Provincializzazione delle graduatorie d’istituto

Uno degli emendamenti presentati al DL Scuola ha finalmente fatto breccia: le graduatorie d’istituto si potranno già aggiornare entro l’inizio dell’a.s 2020/2021, trasformandosi in Graduatorie Provinciali. Questo rappresenta sicuramente un traguardo importante, auspicato da tempo dal mondo dei precari, permettendo loro maggiori possibilità lavorative, con assunzioni a tempo determinato e convocazioni da parte dei vari uffici territoriali scolastici anziché da parte delle segreterie scolastiche.

Bisognerà dunque attendere giugno per avere maggiori informazioni riguardo le tempistiche e le modalità di presentazione delle domande di aggiornamento o inserimento, ma sicuramente verranno utilizzati i canali informatici per non affollare le varie segreterie come avveniva gli anni precedenti.

Precariato e stabilizzazione

La battaglia dei precari è stata vinta solo in parte perché ci sarebbe ancora molto da fare.

La stabilizzazione potrebbe essere raggiunta, o perlomeno favorita, attraverso diverse soluzioni:

  • il ritorno al doppio canale di reclutamento, utilizzando anche le GI per le immissioni in ruolo e riaprendo le Gae;
  • lo scioglimento delle riserve per gli assunti a tempo indeterminato con clausola rescissoria;
  • il concorso per soli titoli e servizi per chi abbia almeno 36 mesi di servizio.

Questi sono alcuni dei problemi irrisolti che non hanno ancora trovato accoglimento e per i quali la strada, a quanto pare, sembra impervia.

Il futuro del precariato

Se questa è la situazione attuale, sentiremo parlare di precariato ancora per molto tempo. Non basta infatti lo “zuccherino” dei 16.000 posti aggiuntivi da assegnare al ruolo, così come non servono nuovi concorsi con nuove graduatorie di merito.

Servono concrete soluzioni di stabilizzazione di chi da anni ha contribuito in maniera significativa al funzionamento della macchina scolastica.

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