Scuola e documento INAIL, diversi sono gli interrogativi

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Scuola e documento INAIL. Quest’ultimo esprime una valutazione imbarazzante sul rischio di contagio dell’istituzione scolastica che contrasta con la non riapertura delle scuole decisa dal governo Conte. Difficile comprendere, infine, il prolungarsi dei lavori del gruppo tecnico con la valutazione dell’INAIL.

Scuola e documento INAIL

Scuola e Documento INAIL “sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione“.
Interessante la lettura del documento che porta a valutare il rischio contagio della scuola (e non solo). A questo si arriva sottoponendo l’istituzione scolastica al vaglio di tre variabili. Queste sono: “Esposizione: la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative (es. settore sanitario, gestione dei rifiuti speciali, laboratori di ricerca, ecc.);
Prossimità: le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non
permettono un sufficiente distanziamento sociale (es. specifici compiti in catene di montaggio) per parte del tempo di lavoro o per la quasi totalità;
Aggregazione: la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti
oltre ai lavoratori dell’azienda (es. ristorazione, commercio al dettaglio,
spetta colo, alberghiero, istruzione, ecc.).

La scuola è l’istituzione perfetta per le variabili sul rischio da contagio

Chi vive la scuola sa benissimo che le tre variabili permeano la quotidianità dell’istituzione scolastica, dove le occasioni di esposizione, di prossimità e di aggregazione sono numerose e spesso non facilmente prevedibili.
Si è sempre detto che i bambini e i ragazzi sono espressione di un contesto familiare. La riflessione si è sempre limitata agli aspetti economici, sociali e culturali. Essi però sono anche un  portato sanitario, in quanto conduttori involontari di virus e batteri contratti da familiari impegnati in strutture sanitarie (medici, infermieri…).
Più evidente la prossimità fisica, difficile da rispettare soprattutto in presenza di piccolissimi, fortemente condizionati dal loro bisogno di cura, di attenzioni e di metamessaggi espressi attraverso la vicinanza, la postura del corpo e  il contatto fisico.
Le classi pollaio favoriscono la prossimità fisica. Ovviamente Gelmini e Tremonti, quando hanno ideato questa iattura pedagogica non  pensavano a questo aspetto. Il loro sguardo era rivolto ai risparmi che si sarebbero ottenuti (8 miliardi di €).
Stessa evidenza si ha della scuola come istituzione quasi completamente aperta al pubblico. Si pensi alle entrate e uscite, soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria, dove il personale scolastico viene a contatto con genitori, nonni, parenti e babysitter…

Una valutazione imbarazzante

Queste premesse giustificano un alto rischio di contagio. E invece a pagina 10 del documento si legge che l’istruzione ha un rischio di contagio medio-basso che rimanda al valore “1.30 (+30%) = aggregazioni controllabili con procedure (es. sanità, scuole, carceri, forze armate, trasporti pubblici)” (pag.9).
La valutazione dell’INAIL è l’ultima conferma di quanto sfugga la complessità del sistema-scuola a chi si occupa occasionalmente di questo servizio pubblico. Si ha l’impressione che anche in questo caso si sia applicato un modello risalente a trenta-quaranta anni fa e coincidente con l’ultima frequentazione degli esperti INAIL.
Comunque la valutazione dell’INAIL sembra mettere in dubbio la  decisione del governo di non riaprire le scuole nel mese di maggio, ritenute dall’esecutivo con il supporto di autorevoli virologi come ambienti ad alto rischio epidemiologico.
Non si spiegano, infine con la valutazione dell’INAIL  le difficoltà che il comitato tecnico nominato dalla Ministra Azzolina, sta incontrando nell’elaborazione di un Protocollo di sicurezza nazionale. Il prolungarsi dei lavori ha un solo significato: la scuola è un sistema complesso che necessità di una seria analisi e riflessione per individuare le modalità più sicure per la riapertura autunnale, sperando che il virus non  torni alla carica con ottobre, novembre…

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