Scuola, la rivolta dei presidi: ‘Dateci più insegnanti, così non si riapre’

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‘Ci chiedono di trovare da soli delle soluzioni che il ministero non ha’. I presidi si sentono soli, abbandonati a se stessi, di fronte ad un avvio scolastico che si preannuncia estremamente complicato a motivo delle nuove regole imposte per la riapertura delle scuole. 

Riapertura scuole, presidi in rivolta: ‘Siamo stati lasciati soli dal Ministero’

Un articolo di Corrado Zunino su ‘Repubblica’ di oggi, 1° giugno, parla della comunicazione del Dipartimento per le risorse umane del ministero dell’Istruzione inviata a tutti i dirigenti scolastici d’Italia: in essa sono indicati i finanziamenti disponibili per ogni scuola – 331 milioni, una media di 38 mila euro a istituto, oltre ai compiti che ciascun preside dovrà mettere in campo.Sarà necessario acquistare il materiale per la sanificazione e i termoscanner, identificare aree verdi e attrezzarle, risistemare gli spazi esterni, smaltire i rifiuti, anche quelli speciali, far partire gli appalti per l’edilizia interna, cambiare gli arredi e acquistare o noleggiare tablet e hardware. 

‘La questione centrale è che faremo sì i doppi turni, ma dimezzeremo le ore di didattica’

“Il ministero ci ha lasciati soli fin qui, lo ha fatto anche con la valutazione – dice Rossana Piera Guglielmi, dirigente dell’Istituto comprensivo Visconti di Roma a ‘Repubblica’ – Non ci scoraggiamo, però. Ho messo su una task force con genitori, docenti ed esperti. Ingegneri, ispettori del lavoro, medici e scienziati, un apparato di comunicazione. La questione centrale è che faremo sì i doppi turni, ma dimezzeremo le ore di didattica. Rischiamo di tagliare del 50 per cento Italiano, Matematica, Inglese. Alla primaria potremo garantire la mensa e lezioni dalle 8 alle 12. Con i fondi dei genitori qualche attività extra il primo pomeriggio. I nostri bambini non avranno, così, le competenze necessarie. Entro giugno elaboreremo un piano di rientro, ma servono quattro docenti in più per sezione e un’ordinanza che richiami dalle graduatorie un contingente di supplenti da utilizzare da settembre a dicembre‘.

‘Non siamo pronti per la ripartenza, bisogna avviare un’infornata straordinaria di docenti per un anno’

‘Non siamo pronti per la ripartenza – dice Guido Gastaldo, dirigente dell’Istituto comprensivo di Azeglio (Torino) – Non credo che il primo settembre potremo avviare i piani di recupero, non ci saranno i docenti. E servono più bidelli, altrimenti ridurremo l’orario’.
Anche Domenico Squillace, preside del Liceo scientifico Volta di Milano, ha espresso la propria preoccupazione: “Vorremmo indicazioni più precise e ragionevoli. Teatri e cinema non bastano e la didattica a distanza è la corazzata Potemkin della scuola italiana. Non so come ne verremo fuori. Ha un senso portare l’ora a 40 minuti, ma questo Paese deve approntare un Piano Marshall per l’istruzione e avviare un’infornata straordinaria di docenti per un anno”.

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