Le linee guida consegnate al Miur dal CTS per il piano della riapertura della scuola a settembre sono difficilmente realizzabili. Sono in tanti a pensarla così. Per settembre c’è addirittura chi prevede il caos. Distanziamento e uso delle mascherine sono due misure difficilmente applicabili nella scuola italiana. Per non parlare degli ingressi scaglionati.
A scuola con mascherine e distanziamento: non è possibile
A settembre sarà quasi impossibile mantenere a scuola il distanziamento di 1 metro tra i banchi nelle nostre attuali aule, con una media di 25 alunni per classe. Non solo gli spazi non sono sufficienti, ma non lo sono nemmeno i soldi stanziati per l’edilizia scolastica. Se poi pensiamo alle tempistiche strette, il tutto sembra ancora più fantascientifico.
Sull’obbligo delle mascherine, pende sempre l’incognita dei costi a carico delle famiglie. Rossano Sasso, deputato della Lega, ha fatto notare che 8 milioni di studenti, che devono usare almeno 2 mascherine durante 5 ore di lezione, dovranno usare 16 milioni di mascherine al giorno. Al costo previsto di 50 cent l’una, si tratta di spendere 8 milioni di euro al giorno. Queste spese, saranno a carico delle famiglie, già duramente provate dalla crisi emergenziale? E poi, in termini pratici, si riuscirà a convincere gli adolescenti a tenere la mascherina per mezza giornata?
Ingressi scaglionati: e il lavoro dei genitori?
E’ che dire delle linee guida che parlano di ingressi scaglionati e differenziati? Come si fa a tener conto di genitori che devono timbrare il cartellino alle 8.30? E che dire delle scuole, che dovranno tenere i cancelli aperti per ore vigilando su chi entra, chi esce e chi cammina per i corridoi? Siamo davvero convinti che il personale scolastico attualmente disponibile sia sufficiente a garantire tutte queste misure ‘di sicurezza’? In conclusione, non sappiamo ancora cosa deciderà di fare il Miur, ma una cosa è certa: lo scenario ipotizzato non è adatto alla scuola italiana.