Concorsi docenti, Azzolina: 'La scuola ne ha bisogno, dobbiamo correre'
Concorsi docenti, Azzolina: 'La scuola ne ha bisogno, dobbiamo correre'

Il Decreto Scuola all’esame finale per ottenere l’approvazione definitiva dalla Camera dei deputati e la conversione in legge. La protesta dei precari, però, si sta facendo sentire: il portale Pugliain.net ha intervistato il fondatore del movimento ‘Molto più che precari’, il professor Luigi Sofia, insegnante precario da 27 anni. 

Scuola, il movimento ‘Molto più che precari’: il fondatore intervistato da Pugliain.net

‘Durante l’emergenza sanitaria – ha sottolineato il professor Sofia – noi insegnanti abbiamo avuto dei problemi con la convivenza di questa situazione. Il governo aveva previsto per i supplenti il rinnovo dei contratti attraverso delle proroghe che sarebbero durate fino alla fine dell’anno scolastico, previsto dall’articolo 121 del Decreto Cura Italia. Purtroppo, non sono state garantite le promesse che il ministero ha fatto ai supplenti e tantissime persone si sono trovate senza lavoro durante l’emergenza sanitaria. In questo modo è venuta meno la continuità occupazionale, così come non è stata garantita la didattica per i ragazzi. Questo è accaduto perché molti titolari erano a casa in aspettativa da ottobre e quando le scuole hanno chiuso sono ritornati in massa, portando i supplenti ad essere licenziati. Si è creata una situazione spiacevole in cui molti precari, soprattutto quelli più giovani che non hanno mai lavorato in questi anni, si sono ritrovati senza neanche i giorni per chiedere la disoccupazione. La proroga dei contratti non è stata mantenuta e ha creato grande sofferenza per la categoria dei precari e dei supplenti. C’era un emendamento che avrebbe confermato l’articolo 121 del decreto Cura Italia, ma in Senato è stato affossato come altri emendamenti del Senatore Verducci nella discussione del Decreto scuola‘.

No ai concorsi nozionistici, sì ai percorsi abilitanti ordinari

Cosa bisognerebbe fare per arginare le difficoltà della scuola? ‘Secondo me, noi non abbiamo tanto bisogno di concorsi nozionistici, ma di percorsi abilitanti ordinari, possibilmente biennali. Ciò significa che lo stato dovrebbe prevedere in maniera sistematica e ordinaria dei percorsi che abbiano come fine non solo quello di certificare le competenze, ma soprattutto di formarle. Noi quando usciamo dalle università non siamo docenti formati per la professione. È chiaro che un test di valutazione delle nozioni è anche necessario, ma quello di cui veramente avremmo bisogno non è tanto un concorso con procedure nozionistiche, ma di percorsi abilitanti ordinari, evitando soprattutto il pericolo di accumulare precariato e precari storici che poi ad un certo punto come è già successo in questi giorni richiedono delle istanze più che legittime’.

‘La ministra Azzolina ha fatto tutto il contrario, non sono state garantite le promesse’

Il professor Sofia spiega a Pugliain.net: ‘Credo che questi concorsi, sia ordinario che straordinario, sarebbero dovuti essere rinviati all’anno prossimo, con la riapertura, invece, delle graduatorie provinciali. Il problema degli insegnati in cattedra a settembre si sarebbe risolto sin da subito con le graduatorie provinciali. Inoltre personalmente ritengo che le quarantene non siano uguali per tutti. Per prepararsi a questo importante concorso pubblico è necessario anche uno stato di salute mentale adeguato, oggi alterato in quanto veniamo da una crisi epidemiologica abbastanza gravosa, ma anche perché mancano gli spazi per prepararsi, le biblioteche sono ancora chiuse. Quando è scoppiata la pandemia, invece, la Ministra Azzolina ha fatto tutto il contrario: ha chiesto scusa ai precari per la riapertura delle graduatorie che sarebbero state rinviate all’anno prossimo, confermando invece i bandi dei concorsi ad agosto e ottobre. Non sono state garantite le promesse che erano state fatte dalla ministra, non solo nella stesura dell’articolo, ma anche in Senato. Lei stessa ha dichiarato più volte che nessuno avrebbe perso il proprio posto di lavoro e che nessuno sarebbe stato lasciato solo. Lei stessa ha dichiarato che sarebbe stata garantita la continuità occupazionale a tutti i docenti e collaboratori scolastici. Quindi a promesse non mantenute, in vista della riapertura delle graduatorie provinciali noi chiediamo non solo il riconoscimento economico, ma anche giuridico per quanto riguarda il punteggio. Per questo trovo necessario fare il ricorso. Abbiamo bisogno che venga fatta giustizia il prima possibile, affinché si inizi a mettere finalmente la scuola come priorità nell’agenda di governo’.