La riapertura delle scuole, secondo il comitato degli esperti presieduto dal professor Patrizio Bianchi, dovrà essere caratterizzata da ‘mini classi‘ e da un maggior numero di docenti. Questa sarà la richiesta che verrà fatta alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Quanti docenti in più serviranno alla scuola pubblica italiana? Tanti, almeno 70-80 mila in più: in questo modo si potrà garantire un ridotto rischio di contagio.
Riapertura delle scuole, cambiamenti importanti in vista
La task force ha messo sul tavolo della ministra una serie di soluzioni da adottare in collaborazione con le regioni, tenendo conto delle diverse situazioni epidemiologiche a cui si andrà incontro e le situazioni di partenza delle scuole (numero di alunni, mobilità, organizzazione).
Sarà, però, necessario adottare una o più norme di legge attraverso le quali permettere ai diversi Uffici scolastici regionali l’adozione di misure di adattamento, anche con differenze tra le diverse province, del calendario scolastico, del monte ore complessivo da assolvere (fino a un meno 20%, e dunque 40 ore in meno), dell’orario scolastico e della durata delle lezioni, che, come abbiamo già riportato nei giorni scorsi, potranno arrivare fino a 40 minuti.
La riduzione dell’orario delle lezioni dovrebbe essere strumentale in modo tale da consentire ingressi scaglionati e soprattutto per permettere una turnazione dei docenti su più gruppi classe.
Incremento organico di fatto del 10-15%: servirà soprattutto per infanzia e primaria
Il comitato degli esperti punta ad una scuola essenzialmente in presenza per l’infanzia e la primaria, mentre per le superiori si sta pensando ad un sistema ‘misto’, con lezioni in presenza e online.
Il comitato, in merito a questo aspetto, ritiene fondamentale l’autorizzazione ad un incremento dei posti di personale docente in organico di fatto quantificato tra il 10 e il 15% in più.
Tale aumento dovrà interessare soprattutto le sezioni di scuola dell’infanzia, le classi di scuola primaria e il primo biennio della secondaria di I grado, dove la didattica in presenza diventa indispensabile.Ora la palla passa nelle mani della ministra Lucia Azzolina.