Rientro a scuola, l’incognita degli over 55

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Rientro a scuola, si parla tanto di mettere in sicurezza gli studenti. Meno degli insegnanti. Soprattutto di quelli over 55. La loro presenza a settembre è un’incognita. Potrebbero porre diversi problemi organizzativi per l’avvio del nuovo anno scolastico.

Rientro a scuola, pieno di incognite

Rientro a scuola a settembre è dato per sicuro. Le modalità di riapertura però, sono incerte, in quanto ancora mancano le direttive del Ministero dell’istruzione, date da troppo tempo per imminenti.
Il Comitato Tecnico scientifico e la Commissione Bianchi hanno delineato le cornici. La prima di natura medico-sanitaria, la seconda più attenta alle specificità della scuola che dovrà prendere una serie di decisioni autonome, ma sempre rispettose delle direttive nazionali. Ora però l’ultima parola spetta al MI e finché non saranno rese pubbliche le direttive, il dibattito sarà alimentato solo da voci spesso incontrollate e di dubbia fattibilità almeno per i docenti

Si parla di tutto, ma si dimenticano gli over 55

Nel suddetto dibattito si parla di allievi e studenti (giustamente), e dell’esigenza di riaprire le scuole per favorire il pieno ritorno al lavoro dei genitori.
In tutto questo mancano i docenti. E in particolare si parla poco degli over 55 che leggendo il documento tecnico INAIL sulle misure di contenimento del contagio (23 aprile 2020) sono ritenuti una categoria a rischio di mortalità (pag. 15).
Tenendo presente che i docenti italiani over 50 sono il 49% (Dato Ocse), il 30% dei docenti (over 55) potrebbero essere sottoposti alla sorveglianza sanitaria eccezionale. In caso di “assenza di copertura immunitaria adeguata (utilizzando test sierologici di accertata validità), si dovrà valutare con attenzione la possibilità di esprimere un giudizio di “inidoneità temporanea” o limitazioni dell’idoneità per un periodo adeguato, con attenta rivalutazione alla scadenza dello stesso.”
In tal senso va letta la nota ministeriale del 28 maggio che dispone “nei casi in cui uno o più commissari d’esame siano impossibilitati a seguire i lavori in presenza, inclusa la prova d’esame, in conseguenza di specifiche disposizioni sanitarie connesse all’emergenza epidemiologica, il presidente dispone la partecipazione degli interessati in videoconferenza o altra modalità telematica sincrona”

L’esame di Stato “ha detto e dirà molto”

Il 17 giugno inizieranno gli esami di Stato. Rappresenteranno un test per verificare gli scenari possibili per settembre.
Un dato sicuramente preoccupa. Fino a qualche giorno fa mancavano all’appello quasi il 10% dei Presidenti di commissione che ha rinunciato per timore del contagio. Ovviamente le situazioni più critiche si registravano in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La situazione pare risolta con un atto di forza: la precettazione.
Cosa accadrà a settembre? Quanti saranno i docenti over 55 che chiederanno di essere sottoposti a controllo? E quanti saranno ritenuti inidonei temporanei al servizio?
Se consideriamo che dovremo convivere con il Covid-19 per diverso tempo fino alla distribuzione del vaccino (settembre 2021 è l’ipotesi migliore), Il rischio è di avere a settembre diverse migliaia di docenti che non potranno garantire la loro presenza fisica in aula. E questo sicuramente rappresenterà un ulteriore problema per la Ministra Azzolina che invece persegue l’obiettivo di riaprire con tutti gli studenti in aula. L’impresa già risulta ardua, se si tiene conto delle richieste non accolte di assumere temporaneamente 80.000 docenti e di abolire le classi pollaio. Previsioni per settembre? Meglio non formularle!

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