cattedra
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Il rientro a scuola vede un fiorire di proposte presentate al Miur, in attesa che si decidano esattamente quali linee guida seguire. Tra le ultime, presentata dalle Regioni, c’è quella di valutare la possibilità che sia il docente a provvedere alla pulizia e disinfezione della cattedra e degli altri oggetti ad uso promiscuo, prima di consegnare la classe al docente successivo.

Pulizia della cattedra: fra i docenti esplode la polemica

Una buona parte di docenti non ha apprezzato la proposta della pulizia della cattedra fatta dalle regioni, per la riapertura della scuola. Basta seguire i principali gruppi Facebook per rendersi conto di quanto l’idea piaccia poco. Le motivazioni dietro alla polemica sono diverse:

  • è vista come un demansionamento della funzione docente (già basta la retribuzione inadeguata);
  • ci si chiede cosa potrebbe essere richiesto ulteriormente, dopo le pulizie;
  • pulire la cattedra e gli oggetti di uso comune non basterebbe: e le maniglie? Il mouse? La spugnetta? La sedia? La finestra?
  • chi ha tante classi, toglie tempo alla didattica;
  • perché non dare lavoro ai collaboratori scolastici, invece di pretendere sempre di più dall’insegnante?

Ma c’è anche chi ha tranquillamente detto di avere questa abitudine da sempre.

Cosa deciderà il Ministero?

A questo punto resta da vedere cosa deciderà il Ministero in proposito, considerate le necessità dovute all’emergenza Covid-19. Da una parte bisogna fare i conti con la realtà della scuola italiana: i collaboratori scolastici assunti non sono assolutamente sufficienti a garantire queste operazioni di pulizia ad ogni cambio d’ora. Proprio per questo si chiede a gran voce che il contingente sia aumentato.

Dall’altra parte ci sono i docenti stanchi di ricevere sempre ‘nuovi compiti aggiuntivi’, senza un adeguamento stipendiale commisurato all’impegno. Ancora una volta, il Miur ha una grossa gatta da pelare.