Sulle Linee guida del Ministero dell’Istruzione per la ripartenza delle scuole a settembre è piombato il caos. La ministra Lucia Azzolina ha lavorato tutta la notte per cercare un’intesa con la Conferenza Stato-Regioni. L’obiettivo era quello di strappare un minimo accordo potendo così dare il via libera alle Linee guida sulla scuola post Covid-19. Tutto era già pronto per la presentazione del documento, oggi giovedì 25 giugno ma l’appuntamento è slittato. La Conferenza, infatti, è stata rinviata a domani, 26 giugno: serve più tempo per riuscire a trovare un’intesa sulla riapertura delle scuole a settembre.
Riapertura scuola ultime notizie: Conferenza Stato-regioni rinviata a domani ma è caos sulle Linee guida del Ministero dell’Istruzione
Secondo quanto riporta open.online, sarebbero tre i punti di disaccordo tra le parti. Il tema più discusso è stato quello delle mascherine in classe. Secondo le regole dettate dal Cts, si parla di obbligo dai 6 anni in su ma molti presidenti di Regione non sono d’accordo.
Il ministro della Salute, Speranza, però, avrebbe appoggiato la ministra Azzolina, cercando di tener duro su questo punto. Alla fine si è arrivati ad una sorta di mediazione, con il Cts pronto a rivalutare la decisione sulle misure sanitarie prima dell’avvio del nuovo anno scolastico.
Mascherine in classe, assunzione degli insegnanti, didattica a distanza: i 3 punti focali del disaccordo
Un altro punto focale è rappresentato dall’assunzione degli insegnanti. La ministra Azzolina non sarebbe disposta a cedere sull’assunzione dei precari senza concorso: le Regioni vogliono più posti, la ministra avrebbe risposto che già così si dà fondo alle graduatorie. L’ipotesi sarebbe quella di allargare il numero di supplenti che, però, potrebbero avere contratti di alcuni mesi da rinnovare. Resta, comunque, da capire quanto intende spendere il governo.
Infine, c’è la questione della didattica a distanza. Premesso che saranno le singole scuole a dover organizzare le lezioni e in quali spazi, i governatori pretendono che nelle Linee guida venga specificato che che la didattica a distanza, per le scuole superiori, abbia dei limiti ben precisi e dovrà essere solo ‘residuale’.
Potrebbe bastare un solo studente che non possa collegarsi online per obbligare tutta la classe a tornare ‘fisicamente’ in aula, salvo situazioni di grave emergenza sanitaria. Alcuni governatori avrebbero voluto fissare un tetto massimo del 10% del tempo scuola ma la ministra Azzolina si sarebbe opposta per non limitare l’autonomia scolastica. La questione, comunque, rimane aperta: la ministra Azzolina, però, appare sempre più isolata nel governo.