A settembre milioni di alunni, docenti e personale scolastico torneranno a scuola per le consuete lezioni. Dopo l’epidemia da coronavirus, l’Italia cerca di tornare ad un modo di vita quanto più vicino al concetto di normalità. Tuttavia, i nostri istituti scolastici sono pronti? Un quesito che abbisogna di una risposta valida, in quanto traspare ancora un’atmosfera di incertezza.
Rientro a scuola: le dichiarazioni di Chiara Spatola
Il Fatto quotidiano ha intervistato la professoressa Chiara Spatola, preside dell’istituto comprensivo ‘Martiri della Resistenza’ di Calcio (Bergamo). È stato chiesto se la scuola sia pronta a ripartire a settembre. Questa è stata la sua risposta: “No, non siamo pronti, ma non siamo pronti non perché non ci siano risorse economiche, non è un problema di risorse economiche, ma di risorse umane quali gli insegnanti”.
Chiara Spatola ha proseguito: “Credo che, forse se ci avessero dato un doppio organico per istituire doppi turni, forse sarebbe stato meglio: scindere in piccoli gruppi, che poi è quello che diciamo tutti, anche nella scuola regolare … Scindere in piccoli gruppi per fare dei lavori maggiori e per dare una qualità didattica maggiore“. Richieste queste, che finora non sono state ascoltate dalle istituzioni, in quanto “le strutture sono effettivamente quelle che sono, non possiamo garantire il distanziamento”.
Le dichiarazioni di Cesare Botti
Il professor Cesare Botti, preside dell’istituto Manzù di Bergamo, ha dichiarato: “Il vero problema a settembre è l’affollamento e quindi, per quanto riguarda le superiori, sicuramente il problema dei trasporti, quello è il problema principale. Il problema degli ingressi, degli accessi e dei movimenti, compreso quello dello stare in classe”.
Carla Pagliaroli sulla didattica a distanza
Intervistata al Fatto quotidiano, professoressa Carla Pagliaroli ha espresso il suo punto di vista sulla didattica a distanza, affermando: “È stato uno strumento utile, proprio per aiutare i ragazzi, per stare con loro e per traghettarli in una situazione un pochino più vivibile, però di sicuro non è una soluzione personalmente parlando”.