Dirigenti Scolastici in rotta di collisione con il MI: è ufficiale, ANP non esclude lo ‘stato di agitazione’ della categoria
Dirigenti Scolastici in rotta di collisione con il MI: è ufficiale, ANP non esclude lo ‘stato di agitazione’ della categoria

Ultime notizie 17 luglio 2020 – Riporta la data di ieri, giovedì 16 luglio 2020, un documento ufficiale del Consiglio Nazionale ANP, l’Associazione Nazionale dei Dirigenti Scolastici, pubblicato sul sito istituzionale dello stesso sindacato in cui si esprimono alcune riserve in merito alle iniziative promosse dal governo e in particolare dalla ministra Azzolina per il rientro a scuola a settembre. Troppe e confuse le informazioni che giungono spesso sul tema in questione. Si chiede più chiarezza nelle informazioni e il riordino normativo sulle responsabilità penali dei Presidi e sulle mansioni di tutto il personale della scuola.

Il Consiglio Nazionale dell’ANP, … ritiene che la ripresa delle attività didattiche in presenza, prevista per il prossimo settembre, non possa risolversi in un onere caricato solo sulle spalle dei dirigenti, dei docenti e di tutto il personale della scuola.

(ANP, documento ufficiale del 16 luglio 2020)

E’ ufficiale, ANP non esclude persino lo ‘stato di agitazione’ della categoria  

“Ognuno deve fare la sua parte”, questa è una delle prime frasi contenuta del durissimo comunicato stampa dell’ANP. Il documento esordisce con questa frase che la dice lunga circa le opinioni di dissenso del sindacato dei Presidi verso le istruzioni poco concrete e spesso confuse del Ministero dell’Istruzione in riferimento a quanto sta predisponendo per la ripartenza della scuola a settembre con le attività didattiche in presenza.

Il documento, nella sua parte conclusiva, fa riferimento al mandato affidato al suo Presidente Giannelli, il quale potrà dichiarare, ove fosse necessario, lo stato di agitazione di una “categoria che, nonostante la rabbia e la stanchezza, continua a garantire il suo apporto nell’interesse di tutti i cittadini con il consueto senso di responsabilità”.

Alcuni passaggi del comunicato riguardano in particolare le continue e confuse dichiarazioni sulle istruzioni circa le misure di sicurezza da seguire per il rientro a scuola a settembre. Secondo l’ANP infatti, il Ministero dell’istruzione dovrebbe fornire con tempestività delle chiare e univoche indicazioni circa i livelli essenziali delle prestazioni del personale scolastico e sulle misure da applicare nei vari contesti territoriali.

Il documento ufficiale del Consiglio Nazionale dell’ANP: misure per il rientro a scuola confuse, si chiede un ‘riordino normativo relativo al nesso tra autonomia e responsabilità dei Presidi’

Ecco di seguito il contenuto integrale del documento ufficiale del Consiglio Nazionale dell’ANP pubblicato in data 16 luglio 2020:

Il Consiglio Nazionale dell’ANP, riunitosi in videoconferenza il giorno 15 luglio 2020, ritiene che la ripresa delle attività didattiche in presenza, prevista per il prossimo settembre, non possa risolversi in un onere caricato solo sulle spalle dei dirigenti, dei docenti e di tutto il personale della scuola.

Ognuno deve fare la sua parte.

Il Ministero dell’istruzione è chiamato a fornire tempestivamente indicazioni chiare sui livelli essenziali delle prestazioni e sulle misure da applicare nei vari contesti territoriali. Il protocollo nazionale di sicurezza deve essere messo a disposizione delle scuole senza ulteriore indugio: ogni ufficio scolastico regionale, infatti, sta pubblicando proprie linee guida in attesa di un protocollo nazionale e questo, oltre ad essere scorretto, produce soprattutto ulteriore confusione e disorientamento. Se le scuole, sulla base delle misure previste, devono effettuare la ricognizione degli spazi necessari per la ripresa delle attività didattiche in presenza, spetta però agli Enti proprietari mettere a loro disposizione, nei tempi più brevi, dei locali pienamente idonei. Qualora fosse impossibile reperire tali spazi, il Ministero deve definire come, entro quali limiti e con quali risorse potrà essere garantito il servizio nelle scuole di ogni ordine e grado, con particolare riguardo alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria e alle tematiche dell’inclusione.

Non è compito dell’autonomia scolastica, infatti, trovare le soluzioni a questi problemi. Non sono i dirigenti delle scuole che possono sostituirsi a chi ha il dovere di assumere decisioni che riguardano l’intero sistema scolastico del Paese.

Il Consiglio Nazionale dell’ANP continua ad affermare con forza e con coerenza il nesso organico tra autonomia e dirigenza, sottolineando l’urgenza del suo rafforzamento concreto attraverso interventi di riordino normativo oggi più che mai improcrastinabili. L’autonomia scolastica è – e deve essere – effettivamente funzionale a garantire le opportunità per il successo formativo degli studenti. Non è tollerabile che le vengano attribuite finalità eterogenee: si tratterebbe di una maldestra operazione mirata a deresponsabilizzare i soggetti da chiamare effettivamente in causa. In questo momento, non è realistico invocare l’autonomia pretendendo che i dirigenti gestiscano una situazione straordinaria con mezzi ordinari e già da tempo inadeguati, assumendosi al contempo responsabilità improprie. Gli organici sono stati attribuiti come se nulla fosse successo: mancano docenti per la gestione degli sdoppiamenti delle classi o delle diverse articolazioni del gruppo studenti, nonché per la sostituzione degli assenti, ancora vincolata a tempistiche che non tutelano la garanzia del servizio; mancano collaboratori scolastici in numero sufficiente a provvedere alle operazioni richieste dai protocolli; mancano gli assistenti amministrativi e i DSGA il cui concorso, ancora in atto, accumula ritardi gravissimi e inspiegabili. Manca ancora una precisa definizione della responsabilità penale colposa dei dirigenti della scuola: non si può più attendere.

Il Consiglio Nazionale dell’ANP conferisce mandato al Presidente Nazionale di mettere in atto tutte le iniziative coerenti con il presente documento fino a dichiarare lo stato di agitazione di una categoria che, nonostante la rabbia e la stanchezza, continua a garantire il suo apporto nell’interesse di tutti i cittadini con il consueto senso di responsabilità.