Ultime notizie 17 luglio 2020 – I sindacati della scuola hanno annunciato il loro parere contrario verso l’apertura delle scuole a settembre se dovessero permanere le attuali condizioni di sicurezza e le prescrizioni ministeriali suggerite dal CTS. Si rischia il ritorno alla didattica a distanza?
Ad oggi le condizioni per tornare in classe non ci sono
Francesco Sinopoli, FLC CGIL
Il ritorno a scuola viene messo in discussione da tutti i sindacati di categoria: ‘mancano le condizioni’ (economiche e normative)
La visione della scuola che verrà secondo i sindacati di categoria sono assolutamente in netto contrasto con le scelte del Ministero dell’Istruzione che ogni giorno vengono illustrate. Due punti di vista nettamente contrari tra la Ministra Azzolina e tutti (nessuno escluso) i sindacati della scuola.
Anche l’ANP, l’Associazione Nazionale dei Dirigenti Scolastici, ha espresso il suo dissenso, anticipando persino uno stato di agitazione del sindacato. Per la cronaca, tale decisione, ampiamente illustrata in un altro articolo di Scuolainforma, è stata intrapresa direttamente dal Consiglio Nazionale del sindacato dei Presidi.
Il no dei sindacati oramai rischia di divenire un vero e proprio braccio di ferro, ma le motivazioni che hanno spinto gli stessi ad intraprendere questa decisione sono tante e nello stesso tempo si basano su fatti concreti e non solo teorici. Una conferenza stampa indetta stamane dagli stessi sindacati della scuola ha ampiamente illustrato le criticità che hanno portano loro al rifiuto verso l’apertura delle scuole se dovessero permanere le attuali condizioni di sicurezza.
Il nuovo anno scolastico? Non partirà in presenza se non ci saranno le condizioni: le dichiarazioni di Sinopoli (FLC CGIL)
A dire la sua è il sindacato FLC CGIL, per bocca del suo Segretario. Quello di Francesco Sinopoli, Segretario della Flc Cgil, è uno dei discorsi più duri e pragmatici sentiti sinora: “La scuola si fa in presenza, su questo è chiaro. Ad oggi le condizioni per tornare in classe non ci sono. Tutto ciò a causa del ritardo delle linee guida, per la scarsità delle risorse. La situazione della scuola è drammatica, i dirigenti scolastici sono a caccia di spazi. Abbiamo bisogno di un decreto legge sulla scuola per intervenire urgentemente”.
Al pragmatismo si alterna la visione di una scuola dove i fondi economici sono alla base di tutto. In più occasioni Sinopoli e anche i suoi colleghi hanno chiesto di ascoltare più il personale scolastico e meno le teorie del Comitato tecnico scientifico. Forse servirebbero più risorse economiche e appigli normativi concreti, argomenti questi non presi quasi mai seriamente dal Ministero. Prosegue così l’esponente della FLC CGIL: “Non è solo un problema di banchi, si discute solo di questo come se fosse l’unico problema. Noi siamo stati i primi a chiedere il ritorno in classe, non basta la didattica a distanza, l’abbiamo detto tante volte. Non può essere la Ragioneria dello Stato a dettare la linea per la riapertura. Se non si riapre è perché non ci sono le risorse”.