Riapertura scuole, premier Conte: ‘Garantisco io, è il mio impegno’

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Riapertura delle scuole, il premier Giuseppe Conte lo considera come un impegno personale con i giovani, con le famiglie, con gli insegnanti, il personale, con il Paese intero. Non ha dubbi il presidente del Consiglio e lo ribadisce in un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘ di oggi, mercoledì 5 agosto 2020.

Riapertura scuole, Conte al ‘Corriere della Sera’: ‘Garantisco io, è il mio impegno’

La scuola – ‘è il mio impegno con i giovani, con le famiglie, con il Paese. È il mio impegno con gli insegnanti, con il personale – ha affermato il capo del governo – La scuola riparte, non ci sono dubbi. Soltanto una nuova e fortissima impennata di contagi, ma io non voglio nemmeno pensare a questa eventualità. Io lo so che non avremo nuove chiusure, che non rischiamo nuovi lockdown. Lo so perché abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare per questo e su questo ogni giorno. Siamo impegnati come governo, come Protezione civile, come comitato tecnico scientifico. Siamo tranquilli perché abbiamo creato una rete sanitaria efficace ed efficiente. Se adesso ci lodano tutti i governi stranieri vuol dire che qualcosa di buono abbiamo fatto. Io tutto questo – sottolinea il premier – non voglio sprecarlo’. 

Premier Conte: ‘Chiudere le scuole? È stata una decisione obbligata, non si poteva fare altrimenti’

Inevitabile tornare sull’argomento chiusura delle scuole che ha generato un’ondata di critiche da parte di chi, invece, è convinto che dovessero rimanere aperte: ‘Ognuno ha una soluzione e ritiene sia quella giusta – ha risposto il Presidente del Consiglio al ‘Corriere della Sera – ma poi si devono fare i conti con i problemi concreti. Noi abbiamo gestito un’emergenza che non aveva precedenti al mondo. Non voglio negare che ci possano essere stati alcuni errori o sbavature – ammette il premier – ma si tratta comunque di aspetti che hanno avuto un impatto minimo. Invece sulla scuola continuo a ribadire che la nostra era una decisione obbligata, non si poteva fare altrimenti. Chi chiedeva di fare in un altro modo ha dovuto fare marcia indietro quando si è reso conto che si metteva a rischio l’incolumità dei nostri ragazzi e che in ogni caso i ragazzi erano veicolo di contagio per i più anziani’.

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