La riapertura della scuola a settembre sarà in presenza e in sicurezza: da mesi il ministro Azzolina e gli altri rappresentanti del Miur ripetono questo messaggio. Lo sappiamo tutti e lo ricorda la Gilda degli Insegnanti, che nel comunicato di ieri fa un quadro poco roseo della situazione che ci attende.
Riapertura scuole in sicurezza: distanziamento e mascherina
La Gilda degli Insegnanti rammenta che il CTS ha stabilito che per il rientro a scuola in sicurezza, deve essere garantito il distanziamento. Deve essere di almeno un metro (due dalla cattedra). Ma a scuola il problema sono gli spazi. Il Miur ha sempre risposto a questa obiezione dicendo: “tutto bene, saremo pronti”.
“A meno di 20 giorni dalla ripresa dell´anno scolastico, la ministra ha chiesto al CTS di precisare se “nelle situazioni in cui non sia possibile garantire il distanziamento prescritto, l´utilizzo della mascherina possa ritenersi soluzione idonea allo svolgimento dell´attività scolastica” dice Rino Di Meglio. Insomma, siamo sicuri che il Ministero dell’Istruzione sia pronto alla riapertura delle scuole?
Rientro a scuola: i dubbi
Il coordinatore della Gilda pone poi alcune domande sull’operato del Miur per la riapertura della scuola.
“Sarebbe interessante sapere se al ministero resisi conto dell’enorme ritardo e delle difficoltà nell’approntare le misure per garantire il distanziamento intendano, seppur con le mascherine chirurgiche, continuare a ammassare in una aula scolastica un numero di alunni maggiore di quello che il “metro dalle rime buccali” consentirebbe, distanziamento che, ricordiamolo, è già inferiore rispetto a quello previsto in molti paesi.”
“Sempre utile sarebbe pure sapere se le mascherine per il personale della scuola e per gli studenti, circa 10 milioni ogni giorno, saranno fornite dall’Amministrazione o se dovranno essere procurate da casa, come per la misurazione della temperatura.”
Il rischio concreto
Il rischio concreto, conclude il comunicato, è che la ripresa delle scuole a settembre trovi l’Amministrazione del tutto impreparata. Si dovrà riprendere quella non-scuola, che è la didattica dell’emergenza?