Scuola nel caos, aumentano insegnanti che chiedono di restare a casa

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Rientro a scuola, a poco più di due settimane dalla riapertura delle scuole, aumentano le richieste degli insegnanti che chiedono di restare a casa perché affetti da patologie che li metterebbero in pericolo Covid.

Riapertura scuole, aumentano i docenti che chiedono di rimanere a casa

Come riporta il ‘Corriere della Sera‘ di oggi, 28 agosto 2020, l’allarme è già scattato in alcune regioni come il Veneto, la Liguria e la Campania. Non si tratta solamente della mancata assegnazione delle cattedre durante le immissioni in ruolo ordinarie ma anche dell’emergenza ‘lavoratori fragili’.

La direttrice dell’Ufficio scolastico del Veneto Carmela Palumbo ha dichiarato che sono già centinaia le lettere inviate ai presidi da parte di docenti che chiedono di essere esonerati dal servizio. A Salerno le richieste sarebbero già una trentina.

Gissi: ‘Scorretto alludere a disaffezione dei docenti per il proprio lavoro’

Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola: ‘È scorretto alludere a una disaffezione per il proprio lavoro dei docenti. La condizione di salute del lavoratore va tutelata. Ma il punto è come.

Pino Turi, segretario nazionale della Uil Scuola: ‘Non vedo altra soluzione che tenere i lavoratori fragili a casa mettendoli in aspettativa.’

I dirigenti scolastici si trovano in una posizione particolarmente difficile perché, a tutti gli effetti, non esistono delle linee guida su una questione delicatissima come questa. Una volta che il medico ha certificato la condizione di salute di un lavoratore, questo va messo in malattia e lasciato a casa, va dichiarato parzialmente o totalmente inidoneo e spostato ad altro servizio oppure potrebbe ‘bastare’ l’adozione di maggiori precauzioni come per esempio l’uso di mascherine FFP2 con eventuale visiera al posto di quella chirurgica?

Verso boom supplenze

Il Ministero dell’Istruzione, per ora, si è limitato a diramare un comunicato in cui sottolinea che ‘sono in corso specifici approfondimenti’: in ogni caso si invita ‘ad evitare allarmismi’.

Secondo i sindacati, solamente il 30 per cento delle immissioni in ruolo sarebbe andato a buon fine: il Ministero dell’Istruzione non ha ancora diffuso i dati ufficiali in quanto si preferisce aspettare la conclusione della procedura relativa alla ‘chiamata veloce’. Si teme, però, un vero e proprio boom delle supplenze: oltre 250mila.

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