Supplenze scuola 2020, guida UIL: convocazione e mancato perfezionamento
Supplenze scuola 2020, guida UIL: convocazione e mancato perfezionamento

Ci dicono che le scuole sono in sicurezza ma la verità è molto diversa: arrivano le richieste di esonero degli insegnanti. Regioni coinvolte sono il Veneto, Liguria e Campania.

Ci affacciamo al nuovo anno scolastico con poche certezze e tanto disordine, si prevedono 250 mila supplenti. Di concorsi non se ne parla: ci sono 4 bandi che si sono chiusi (concorso ordinario primaria, secondaria, straordinaria secondaria e percorso abilitante secondaria), non una data, non una notizia. Si parla di periodi tipo “ottobre” oppure “appena possibile”, oppure si usano termine come “imminente” (ma non si capisce quale concorso, visto che le procedure sono quattro).

Allarme supplenti

Quello che è certo è che a settembre servono i docenti in cattedra, docenti che vanno assunti per l’ennesima volta a tempo determinato. Un sistema che non può più funzionare. Molti stanno inviando le MAD.

Alcune regioni sono in allarme come il Veneto, la Liguria e la Campania. I presidi potrebbero trovarsi in difficoltà, senza collaboratori scolastici e gli alunni senza prof. C’è una grande emergenza, quella dei ‘lavoratori fragili’ che nella scuola italiana potrebbero essere parecchi. Per legge, infatti, (come riportato dal Corriere della Sera) rientra nella definizione chi è affetto da più patologie contemporaneamente, gli immunodepressi, i pazienti oncologici. A questi si aggiungono anche coloro che hanno più di 55 anni (nel 2019 su 730 mila insegnanti di ruolo, quelli con più di 54 anni erano oltre 300 mila): non tutti ovviamente, ma coloro per i quali il medico Inail deciderà che è necessaria ‘la sorveglianza sanitaria eccezionale’ prevista dalle regole generali di tutela dei lavoratori e da quelle emanate nei mesi scorsi per tutti coloro per i quali il contagio da Covid potrebbe avere conseguenze anche molto gravi, se non fatali.

Quindi gli USR e i DS si troveranno in difficoltà nel decidere cosa fare, senza linee guida.

Allarme concorsi

Il problema è anche legato al reclutamento: l’Italia è un Paese dove i concorsi spesso si annunciano e poi non si fanno o si fanno con un ritardo cronico. Parafrasando la Ministra potremmo dire che i concorsi sono “vetusti”. Forse è il caso di cominciare a pensare a percorsi di reclutamento che vadano a regime e che ogni anno consentano immissioni in ruolo per i reali posti disponibili. E’ inutile annunciare 85mila posti per docenti, sapendo che poi realmente ne verranno coperti circa 40000. Ci sono dei percorsi selettivi che dovrebbero garantire già, a fine percorso l’immissione in ruolo, non un ulteriore ridondante concorso (Scienze della formazione primaria ad esempio oppure i percorsi di Specializzazione per le attività di sostegno che sono strutturati come un vero e proprio concorso).

Il 2020 – riporta il Corriere – sarà un anno record per le supplenze che potrebbero raggiungere la cifra record di 250 mila. A luglio la ministra Lucia Azzolina aveva annunciato di essere riuscita a strappare al Mef 85 mila assunzioni. Non dei prof in più, ma sostituzioni di colleghi andati in pensione. Due giorni fa si sono concluse le operazioni per l’assegnazione delle cattedre e, secondo i sindacati, appena il 30 per cento sarebbe andato a buon fine. Il ministero non dà i dati finché non sarà finita anche la seconda fase di assegnazioni, quella dei precari che decidono di trasferirsi in regioni dove ci sono dei buchi, cioè principalmente al Nord, pur di avere il contratto a tempo indeterminato. Finora, però, come segnalato dal presidente dell’Associazione dei presidi Antonello Giannelli, l’emergenza Covid si è mossa in senso contrario: decine di dirigenti neo assunti in LombardiaVenetoPiemonteTrentino Emilia Romagna, temendo di ripiombare nell’incubo di nuovi lockdown, hanno deciso di tornare al Sud come docenti.