Scuola ed elezioni, Governo verso svolta storica: ‘Dal 2021 si cambia’

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Riapertura delle scuole ed elezioni, due questioni che hanno creato non pochi bisticci tra il Governo e le Regioni, tanto più se si considera la delicatissima situazione che sta attraversando il nostro Paese. Come riporta il quotidiano ‘Il Messaggero‘ di oggi, domenica 30 agosto, il Governo Conte avrebbe intenzione di cambiare rotta per quella che rappresenterebbe davvero una clamorosa svolta storica: basta (o quasi) con le elezioni nelle scuole.

Scuola-elezioni, il binomio storico potrebbe rompersi

Il binomio scuola-elezioni, quindi, sembra destinato a rompersi in maniera definitiva. Lo ‘strappo’, in realtà, è già arrivato con la decisione del sindaco della città di Bergamo, Giorgio Gori, che, per la prima volta, farà votare metà dei suoi cittadini non nelle scuole in modo tale da evitare che le lezioni possano interrompersi e si debba ricorrere a nuove sanificazioni anti Covid.

Conte: ‘Buona idea trovare luoghi alternativi’

Il premier Conte ha deciso di intraprendere la via dello storico passaggio: ‘È una buona idea trovare luoghi alternativi dove mettere le cabine del voto. In questo modo – ha dichiarato il Presidente del Consiglio – il calendario didattico e quello politico non rischiano sovrapposizioni e vicendevoli complicazioni’. 

Anche la ministra Luciana Lamorgese la pensa così e si sta già organizzando in tal senso: ‘Ho istituito un gruppo di lavoro che, per le elezioni amministrative del 2021, individui un numero molto consistente di edifici pubblici non scolastici che la ospitino i seggi’. 

Elezioni 2021, stop all’utilizzo delle scuole per i seggi elettorali?

Le elezioni 2021 a Roma e in altre grandi città come Milano, Napoli, Torino e Bologna potrebbero essere le prime in cui non si voterà nelle scuole o almeno non si voterà prevalentemente negli edifici scolastici. 

Non sarà facile, comunque, trovare degli spazi alternativi alle scuole. Il Ministero dell’Interno starebbe pensando di coinvolgere il Demanio per utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata oltre ad allestire i seggi in qualche locale comunale. Naturalmente, è assolutamente da escludere l’ipotesi di voto all’aperto, con l’utilizzo dei gazebo.

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