Con la Riforma pensioni 2021 all’interno della nuova Legge di Bilancio, sono in arrivo alcune importanti novità, prima fra tutte la proroga Opzione donna per il 2021.
Quali sono i requisiti e come funziona
Già nella Legge di Bilancio 2020, Opzione donna è la possibilità per le lavoratrici dipendenti e autonome, nate rispettivamente nel 1961 e nel 1960, di accedere alla pensione anticipata.
Per poter beneficiare di questa opzione è necessario possedere determinati requisiti contributivi e presentare l’apposita domanda all’Inps.
Il calcolo dell’assegno di pensione, in questo caso, è fatto soltanto in base al metodo contributivo. Pertanto, le lavoratrici cui spetterebbe il calcolo misto della pensione (contributivo e retributivo) dovrebbero rinunciare al metodo retributivo.
Per quanto riguarda Opzione donna proroga 2021, i requisiti minimi per le lavoratrici per presentare la domanda e accedere alla pensione anticipata sono:
- possedere un’età anagrafica di 58 anni nel caso delle dipendenti pubbliche;
- avere 59 anni di età per le lavoratrici autonome;
- versare almeno 35 anni di contributi.
Pro e contro di Opzione donna
Sicuramente, da un lato, uno degli aspetti a favore della Riforma pensioni e di Opzione donna, è che molte lavoratrici potranno andare in pensione prima del tempo. Tuttavia, le penalizzazioni per chi usufruirà di questa opportunità sono decisamente rilevanti.
L’elemento negativo più significativo è il notevole taglio sull’assegno di pensione a causa del calcolo basato solo sul metodo contributivo.
Secondo le stime dei tecnici, infatti, una lavoratrice che accede alla pensione anticipata con queste modalità si vedrebbe ridurre l’assegno di pensione di circa il 30%.
Bisogna, però, tenere conto del fatto che il calcolo importo Opzione donna non è uguale per tutte. Il trattamento varia a seconda di diversi fattori, per esempio, l’età di pensionamento, gli anni di contributi e il tipo di carriera.
Pertanto, è possibile concludere che le penalizzazioni sull’assegno pensionistico dovute a Opzione donna saranno maggiori per le lavoratrici che hanno avuto stipendi più elevati nell’ultimo periodo di lavoro.
Questo perché è grazie al sistema retributivo e non contributivo per il calcolo dell’assegno che si tiene conto della media dei redditi percepiti negli ultimi anni di lavoro.