Quota 100: si avvicina la riconferma ma con penalizzazioni

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Con la Riforma pensioni 2021, Quota 100, la cui sperimentazione triennale termina a inizio 2022, si avvia verso la sua riconferma. Tuttavia, nel progetto del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, ci sarebbero dei tagli.

Lo scenario post Quota 100

Benché Quota 100 terminerà alla fine del 2021, da Bruxelles si cercherà di capire già nei prossimi mesi le intenzioni del Governo italiano in previsione della nuova Legge di bilancio.

Nello scenario post Quota 100, però, questa misura di pensionamento anticipato non potrà essere confermata con le stesse modalità a causa dei costi elevati.

Per salvare la pensione anticipata occorrerà, perciò, introdurre un sistema flessibile che consente l’uscita dal mondo del lavoro con 38 o 36 anni di contributi a partire dai 62 o 63 anni di età.

Tuttavia, per chi sceglierebbe di sfruttare questa possibilità, non mancherebbero le penalizzazioni. Infatti, ciò implicherebbe una riduzione del trattamento del 2,8-3% per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia della pensione di vecchiaia (67 anni).

Il rischio dello scalone

Se da un lato non è possibile confermare Quota 100 così come l’abbiamo conosciuta nel triennio di prova, dall’altro non lo sarebbe nemmeno cancellarla di colpo.

La conseguenza sarebbe, infatti, la penalizzazione di molti lavoratori a causa dello scalone con le regole della legge Fornero che prevede la pensione a 67 anni o con 42 anni e 10 mesi di contributi.

Pertanto, dopo lo slittamento del confronto dell’8 settembre, “Nell’incontro del 16 settembre si farà una valutazione più generale su come evitare lo scalone al 2021″. Queste le parole di Domenico Proietti, segretario confederale Uil.

Quota 100 è confermata fino alla scadenza dell’anno prossimo e serve garantire una flessibilità più diffusa, differenziando tra settori e gravosità del lavoro”. Conclude Proietti.

Tra chi difende Quota 100 c’è, poi, il deputato della Lega Claudio Durigon. Egli ha sottolineato che grazie al governo Lega-M5S “Trecentomila italiani sono andati in pensione garantendo così un ricambio generazionale nel mondo del lavoro”.

Si tratta, quindi, di un aiuto considerevole anche nei confronti dei giovani, l’altro tema importante che verrà affrontato da Governo e sindacati durante i prossimi incontri.

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