Importante svolta riguardo la scuola in Piemonte. Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza, chiesta dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. La questione riguarda la delibera con cui il governatore della regione, Alberto Cirio, ha imposto agli istituti piemontesi di verificare la temperatura degli studenti a inizio lezione. A darne notizia l’Ansa che ha appreso il tutto, a sua volta, da ambienti della regione Piemonte.
Piemonte, la temperatura sarà misurata a scuola
Al momento, i ragazzi continueranno a essere sottoposti alla misurazione della temperatura a scuola, almeno fino al prossimo 14 ottobre, quando la causa sarà discussa in camera di consiglio. La decisione del Tar si legge con il fatto che quanto deciso dal governatore Alberto Cirio non va a sovvertire quanto deciso dallo stato, bensì va a integrarlo. Secondo quanto si apprende, per i giudici amministrativi, il rischio sanitario era comunque tale da giustificare provvedimenti straordinari.
Le dichiarazioni di Alberto Cirio
Alberto Cirio ha dichiarato: “Sono dispiaciuto che la scelta del Governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio”. Lo ha detto in seguito alla decisione del Tar di respingere la richiesta di sospensiva d’urgenza dell’ordinanza sulla verifica della misurazione della febbre.
Alberto Cirio ha sottolineato che il provvedimento “punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni”. Anche l’avvocato Vittorio Barosio, docente di diritto amministrativo ed eccellenza italiana nel suo campo, ha difeso la scelta di Cirio, affermando tramite alcune sichiarazioni riportate da La Stampa: “Mi pare che il decreto del presidente del Tar sia assolutamente corretto. Il decreto stesso infatti è motivato con molta cura e con ampiezza di argomentazione. Riconosce, in buona sostanza, che il decreto del presidente della Regione non trasferisce la responsabilità della misurazione della temperatura sugli istituti scolastici e non sovverte l’impianto dei decreti del governo…”.
Insegnanti fragili: solo un centinaio ha presentato domanda
Insegnanti fragili? Almeno di nome, ma non di fatto sembra, dato che la maggior parte di loro non sembrano intenzionati a lasciare le loro cattedre, anche a costo di spiegare con la mascherina e utilizzare l’amuchina. Secondo i dati raccolti dal Miur, su 250 mila docenti che avevano diritto a restare a casa, solo un centinaio di loro risulta aver presentato la domanda di essere esentati dall’insegnamento.
Cristina Chimienti, insegnante presso una scuola primaria romana, ha spiegato il suo punto di vista sempre riportato da La Stampa: “Ho una malattia autoimmune e devo seguire una terapia che abbassa le mie difese immunitarie, pertanto rientrerei nella schiera dei lavoratori fragili. Ma non ho fatto richiesta perché la voglia di riprendere a insegnare davanti ai ragazzi è più forte dei timori”.