Novità sulle pensioni dopo il confronto tra Governo e sindacati

Dopo l’incontro di mercoledì 16 settembre tra Governo e sindacati, sono emerse ulteriori novità sulle pensioni. Tra queste, vi è la necessaria sostituzione di Quota 100 e la definizione di importanti tagli sugli assegni.

Il fallimento di Quota 100

Mercoledì 16 settembre, dopo il periodo di pausa imposto dal lockdown, si è svolto il primo incontro tra Governo e sindacati dove si è parlato del futuro sistema previdenziale.

Per quanto si sia trattato di un incontro preliminare, nel corso del confronto, è emersa chiaramente la necessità di sostituire Quota 100 con un nuovo sistema di flessibilità.

Quota 100, stando ai dati INPS, si sarebbe infatti rivelata un fallimento. Questo perché:

  • ha comportato spese eccessive;
  • ha favorito solo uomini e lavoratori pubblici con carriere continue.

A risultare, invece, maggiormente penalizzate sono state le donne.

Nonostante ciò, Quota 100 non verrà cancellata in anticipo, ma proseguirà come previsto fino alla fine del 2021.

Novità sulle pensioni dopo Quota 100

Ancora da risolvere è la questione relativa allo scenario post Quota 100. Tuttavia, durante l’incontro hanno continuato ad emergere importanti novità sulle pensioni.

Alla sua scadenza, infatti, si verrà a creare uno scalone di cinque anni per coloro che non potranno più accedere alla pensione a 62 anni, ma dovranno aspettare il compimento dei 67.

Il Governo ha, così, deciso di far luce sulle possibilità di eliminare il problema attraverso l’istituzione di Quota 102, con penalizzazioni in uscita per chi vorrà beneficiarne.

In questo modo, si potrà andare in pensione anticipata a 64 anni con 38 di contributi. Pena il taglio sull’assegno del 2,8-3% per quanto riguarda la sola quota contributiva.

Bisogna, però, considerare che tale penalizzazione avrebbe per molti un peso limitato. È il caso di coloro che hanno già superato i 60 anni di età. La loro pensione è di fatto calcolata con il modello misto, dove il contributivo si applica solo dopo il 2012.

Qualora, invece, i sindacati volessero prevedere delle uscite anticipate ancora più flessibili, il Governo sarebbe costretto ad imporre tagli più importanti, magari con un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. Sarebbe questo il caso che si verificherebbe con Quota 41 applicata a tutti i lavoratori.

Per tali motivi, il 25 settembre si terrà un nuovo confronto per discutere complessivamente delle misure da mettere in campo per la riforma del sistema previdenziale